«Tutto il percorso che sta dietro al frac»: il maestro Ezio Bosso spiega così le sue prove d'orchestra, che non sono le classiche generali con il concerto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Bosso è stato il primo direttore ad aprire le prove d'orchestra fin dalla prima lettura e le sue prove aperte sono presto diventate un must per il pubblico, con sold out ovunque, dal Comunale di Bologna al Teatro Regio di Torino, tanto che diventeranno addirittura un evento televisivo, in onda a maggio in prima serata su Rai Tre.
Ma perché queste prove piacciono tanto? «È l'occasione - spiega Bosso - di capire tutto lo studio e la ricerca che stanno dietro alla concertazione, che è fatta anche di racconti: rispetto all'esperienza dal vero non c'è libretto di sala che tenga. E poi è anche un modo di sentire le varie sezioni separate, come non accade mai. Al pubblico propongo i racconti che solitamente sono riservati all'orchestra, lo coinvolgo con leggerezza e ironia, senza prendersi troppo sul serio, un atteggiamento che a mio avviso è un pò il problema della musica cosiddetta classica».
E invece quello che vuole comunicare Bosso «è un senso di appartenenza che uno deve trasmettere perché la musica - sottolinea - appartiene a tutti. La cosa più divertente è che la prima cosa che chiedono gli spettatori, quando arriviamo in una città, è se ci sono le prove aperte. Ridendo e scherzando sto notando che ci sono sempre più prove aperte, si sta istituendo questa tradizione e mi piace l'idea di aver contributo a lasciare qualcosa».
Tra il pubblico non siedono solo studiosi e appassionati, ma anche tanti neofiti, forse i più entusiasti: «Non si può non amare la nostra musica, ma spesso molta gente ne è intimidita, ne ha timore, ha paura di sentirsi inadeguata.
Di progetti, però, Bosso non ama farne: «solitamente mi congedo dicendo: ci vediamo quando ci vediamo. Sono bravo a progettare il passato, per me il presente è continuare a ricercare perché lo studio non basta mai». L'immediato sono le prove e il concerto milanese incentrato su Beethoven, con la sua StradivariFestival Chamber Orchestra e con i solisti Anna Tifu al violino, Enrico Dindo al violoncello e Antonio Chen Guang al piano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero