Ettore Spalletti al Maxxi, tutta la luce del mondo

Ettore Spalletti al Maxxi, tutta la luce del mondo
Un invito al silenzio e all’approfondimento. Uno stato d’animo che potrebbe sembrare ovvio, entrando in un museo, ma oggi concentrazione e raccoglimento sono diventati...

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Un invito al silenzio e all’approfondimento. Uno stato d’animo che potrebbe sembrare ovvio, entrando in un museo, ma oggi concentrazione e raccoglimento sono diventati sempre più valori da salvaguardare. Così come Italo Calvino ci ricordava che la lentezza è una condizione fondamentale per il nuovo millennio, allo stesso ritmo lento sembra alludere Ettore Spalletti con la sua personale al Maxxi, curata da Anna Mattirolo – uno dei tre capitoli dedicati al grande maestro dell’Arte Concettuale, con altrettante mostre alla GAM di Torino, al Madre di Napoli e nella capitale – aperta fino al 14 settembre.




A Roma l’artista ha costruito un percorso con i suoi lavori più recenti concepito come un’unica grande installazione: tavole su grande scala dipinte con infiniti strati invisibili di pittura a tinte tenui, elementi architettonici e la grande scultura bianca che il visitatore è invitato ad attraversare, rimanendo abbagliato dalla luce che emana dalle opere, “un giorno così bianco, così bianco”. Questo è, infatti, il titolo scelto dall’artista per sottolineare l’uso di quel colore che contiene tutte le rifrazioni dello spettro elettromagnetico. Con l’idea di creare uno spazio rarefatto in un continuo passaggio dalla bidimensionalità delle tavole alla tridimensionalità delle sculture, attraverso un effetto ottico di espansione nello spazio. Il visitatore viene così avvolto in un ambiente meditativo, spirituale.



Il progetto è accompagnato da una pubblicazione edita da Electa, curata dall’artista per documentare tutto il suo percorso artistico: dai primi lavori degli anni Settanta, ai disegni, fino alle installazioni più recenti, attraverso saggi, testi antologici, apparati critici e un ricco corredo iconografico.
Il volume è oggi un punto di riferimento scientifico per lo studio del suo lavoro, ma anche un libro d’artista, un’immersione in un mondo di luci e colori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero