Ettore Scola, Renzi e Mattarella alla camera ardente

Matteo Renzi e Sergio Mattarella alla Camera ardente di Ettore Scola. Il premier è arrivato intorno alle 10.40 di questa mattina. Pochi minuti dopo sono arrivati...

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Matteo Renzi e Sergio Mattarella alla Camera ardente di Ettore Scola. Il premier è arrivato intorno alle 10.40 di questa mattina. Pochi minuti dopo sono arrivati anche Walter Veltroni e Massimo D'Alema. Il presidente del Consiglio ha salutato la famiglia di Ettore Scola, soffermandosi poi in raccoglimento davanti al feretro del regista. Il presidente della Repubblica Mattarella è entrato alla camera ardente accolto e accompagnato all'interno da Walter Veltroni. Il capo dello Stato è rimasto qualche minuto prima di ritirarsi. 


Anche Renzi è andato via dopo una decina di minuti, fermandosi giusto un attimo con i cronisti per ribadire il suo cordoglio e annunciare future iniziative a ricordo del grande maestro scomparso: «Parlando con la sua famiglia e con Walter Veltroni, penso che sarà bello trovare le forme più discrete e giuste per ricordare questo straordinario maestro», ha detto il premier. Pochi minuti più tardi è uscito anche D'Alema, fermandosi anche lui con i cronisti per ricordare il regista. Intanto, al portone della casa del cinema, si affacciavano l'ex leader di Sel Nichi Vendola, e il segretario della Fiom Maurizio Landini. Un altro pezzo di quella sinistra che i film di Scola, per anni, hanno raccontato insieme alla storia dell'Italia e degli italiani. 

«Un grande maestro del cinema italiano di un cinema impegnato e scanzonato, capace con tenerezza, ironia, autoironia di raccontare la società italiana e i suoi cambiamenti». Questo il ricordo di Nichi Vendola. «Porterò sempre con me - prosegue il leader di Sel - la grande umanità di Ettore e la sua curiosità. Non guardava al ruolo delle persone, guardava alle persone. Scola per tanti anni è stato ed è il presidente del Bari Film Festival - conclude Vendola - e per tutti questi anni è stato per me un dono. Ho ricevuto il dono dell' amicizia di una persona che veramente merita l'appellativo di maestro, un maestro del cinema e della cultura del nostro Paese». 


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Il Messaggero