Gli Etruschi che sfidano Assassin’s Creed in un viaggio letale attraverso i secoli? O magari tentano di sedurre più dell’acrobatica inossidabile Lara Croft? E...
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A produrlo, infatti, è la Entertainment Game Apps, Ltd. società nata nel 2014 con una “passione” creativa per i giochi sulla storia italiana (Medioevo, Repubbliche marinare e via Francigena, tanto per citarne alcuni), ma quartier generale dell’impresa è il Museo Etrusco di Villa Giulia, con cui la società ha appena firmato un protocollo d’intesa per garantirsi la collaborazione scientifica e la supervisione su tutti i contenuti, tra ricostruzioni storiche, contesti ambientali, personaggi, vita sociale, opere d’arte. Non a caso, Villa Giulia ha fornito 90 immagini di reperti che compaiono nel gioco (in tutto il videogioco vanta la sinergia con 43 musei compreso il Polo museale del Lazio). Obiettivo del team di sviluppatori è creare un videogioco divertente e soprattutto istruttivo. E il Museo Etrusco di Roma ha in serbo fior di iniziative per “giocare”, tra tornei e sfide all’ultima conquista.
Perché gli Etruschi? «Perchè attraverso gli Etruschi possiamo raccontare un grande territorio italiano tra Lazio, Toscana, Umbria coinvolgendo i musei locali e le loro collezioni - racconta Maurizio Amoroso, Ceo della società - È un gioco di strategia che di fatto diventa un simulatore della vita etrusca. Lo scopo del giocatore è far progredire le città etrusche che sta gestendo. Per farlo deve creare una rete di rapporti commerciali basandosi su produzioni tipiche locali in base al territorio. E ovviamente deve creare sistemi di trasporti da una città all’altra. E durante il gioco, accadono gli imprevisti, come gli attacchi dei romani. Non c’è grafica 3D, ma design ed estetica riprendono le suggestioni dello stile etrusco».
Il videogame è frutto di un team di esperti, informatici e archeologi: «La nostra idea era di rendere il più realistico possibile il gioco - ricorda il direttore del Museo Etrusco Valentino Nizzo - Ho suggerito per esempio di estendere la cronologia del gioco anche più indietro nel tempo, per arrivare alla prima età del Ferro, all’epoca villanoviana, per far capire bene l’evoluzione della fondazione delle città. Il giocatore affronterà questioni rilevanti, come il commercio, le interazioni tra città, l’alfabeto ereditato dai greci. Ma è proprio questo il bello: attraverso la strategia si possono veicolare aspetti storici che il giocatore recepisce senza neanche accorgersene. Grazie al videogioco arriverà al museo già preparato».
Secondo il protocollo siglato, parte dei ricavati del videogioco saranno devoluti al museo per sostenere progetti legati agli Etruschi.
Il Messaggero