Enrico Vanzina e i suoi scatti ispirati a grandi film. Uno per tutti: “Sapore di mare”, diretto dall’indimenticabile fratello Carlo, che troneggia sulla vetrina...
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Anche perché quello di Vanzina è un progetto di beneficenza: i proventi della vendita delle fotografie, stampate con una tiratura di otto copie ciascuna, saranno interamente devoluti all’acquisto di un manometro ad alta risoluzione per l’Unità Complessa di Gastroenterologia Pediatrica del Policlinico Umberto I, diretta dal professor Salvatore Cucchiara. E sono in tanti a prenotarsi per l’acquisto. Una signora stacca perfino dal muro lo scatto ispirato al fim di Bernando Bertolucci, “Un te’ nel deserto”. Tra gli amici che ammirano Vanzina in questa veste insolita, anche i produttori Pietro Valsecchi con la sua Camilla Nesbitt, Fulvio Lucisano, Richard Borg, il regista Claudio Risi e lo sceneggiatore Edoardo Falcone.
Fanno il loro ingresso Federica Fendi, Piera Detassis, Marisa Stirpe e il notaio Giovanni Pocaterra. Si resta senza fiato di fronte alle nuvole ispirate alla cinematografia di Terrence Malick e allo scorcio del fiume Arno dedicato ad “Un te’ con Mussolini”, di Franco Zeffirelli. Scattate nei posti più affascinanti del mondo, già esposte con grande successo al Festival della Luce curato dalla Scuola di Fotografia di Spilimbergo, le fotografie di Vanzina nascono in maniera del tutto casuale. «Ho cercato di riprodurre proprio lo sguardo dei miei famosissimi colleghi - spiega l’autore - in una strada di Parigi mi veniva in mente Francois Truffaut, a Berlino Wim Wenders, a Madrid Pedro Almodovar, a New York Woody Allen o Andy Warhol. Non sono delle copie, sono frammenti di fantasia dettati dalla fantasia di altri. Immagini scattate usando gli occhi degli altri».
Un omaggio non solo al grande cinema, ma soprattutto un progetto di solidarietà. E all’invito solidale, e artistico, rispondono anche la bella e svettante modella Linda Pavlova, in tubino di pizzo nero con giacchino di raso rosa, e l’opinionista Jolanda Gurreri. Dinner a seguire presso l’hotel di via delle Colonnette, parlando ovviamente di arte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero