Elizabeth Olsen al Filming Italy Sardegna Festival: «Fuori dai social e non me ne pento. A Hollywood non importa, servono solo per manipolare le persone»

Nominata agli Emmy Awards come miglior attrice per Wandavision, la serie Marvel disponibile in streaming su Disney+, Elizabeth Olsen sbarca al Filming Italy Sardegna Festival, il...

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Nominata agli Emmy Awards come miglior attrice per Wandavision, la serie Marvel disponibile in streaming su Disney+, Elizabeth Olsen sbarca al Filming Italy Sardegna Festival, il festival ideato e diretto da Tiziana Rocca. Quando cresci all’ombra di Mary Kate e Ashley Olsen, le gemelle più famose di Hollywood, onnipresenti in tv e al cinema negli anni ’90, diventare più famosa delle tue sorelle sembra impossibile. Ma Elizabeth Olsen ha saputo fare la magia, indossando i panni della Strega Scarlatta (Scarlet Witch), trasformandosi nell’essere più distruttivo dell’universo cinematografico creato dai fumetti della Marvel Comics. «È incredibile perché ho iniziato alla Marvel quando c’era solamente Scarlett Johansson, poi hanno girato I Guardiani della Galassia e al cast di attrici si sono aggiunte Zoe Saldana e Karen Gillian. Durante Avengers Endgame abbiamo avuto modo di vedere molte più supereroine insieme sullo schermo. Abbiamo girato due giorni di scene di gruppo solamente fra noi donne, e dal 2019 in poi la presenza di supereroi donna è cresciuta in maniera esponenziale. Siamo arrivati a un equilibrio anche da un punto di vista femminile. È elettrizzante finalmente vedere Black Widow, che aspettava di uscire in sala da prima della pandemia».

 

La sua Wanda è un’eroina del dolore, che rielabora il lutto della perdita del proprio compagno in Wandavision, la prima serie post-pandemia dedicata ai supereroi della Marvel arrivata sul servizio di streaming Disney+. Una follia che diverrà incontenibile in Doctor Strange in the Multiverse of Madness il film diretto dal regista horror Sam Raimi, al cinema dal 25 marzo 2022. Sul film non si sbilancia, salvo che sarà diverso da tutto quello che abbiamo visto finora: «Volevamo un tono diverso per i film Marvel. Non ho idea di come sarà il risultato, ho partecipato solo a una parte delle riprese e sono curiosa di vedere cosa uscirà fuori». Al di là della Marvel Elizabeth Olsen incarna un nuovo modello dei Millenials di Hollywood: Antidiva (ha cancellato il suo account Instagram nel 2020 ed è stata protagonista di un film che analizza le ossessioni sociali contemporanee - Ingrid va a Ovest nel 2017), riservata (ha sposato il musicista Robbie Arnett, confessandolo distrattamente in una diretta con il sito statunitense Variety, in collegamento dal bagno di casa - perché i vicini stavano facendo i lavori), con la passione per il cinema indipendente (è stata la protagonista nel 2017 de I Segreti di Wind River che analizza il tema moderno della moderna frontiera americana): «Ho voluto provare e così ho fatto, mi sono cancellata dai social.

 

Ci ho provato per un paio d'anni, ma non mi è piaciuto. Mi ha reso ansiosa. Mi ha fatto pensare di avere un'organizzazione del cervello in cui avevo incluso un sistema di valori, che penso non sia sano. E così nel momento in cui ho iniziato a chiedermi: "Oh, dovrei fare questo a causa dei social media? Mi sono reso conto che ne sarei dovuta uscire. Voglio fare solo cose che mi sembrano autentiche e vere per me stessa. Non voglio sentirmi messa sotto pressione da un gruppo di persone senza volto. Ma apprezzo anche la connessione con i fan, anche se mi fa sempre strano pronunciare questa parola. Apprezzo molto il sostegno di altre persone ma i social non sono solo questo, quindi mi è sembrato non autentico, e non me ne pento affatto. È stata una scelta personale, non dettata da qualcuno al lavoro. Non importa a nessuno a Hollywood se ci sono o non ci sono. L'unica cosa che interessa alla gente è fare più soldi usando Instagram per vendere cose. E mi sento molto a disagio nel farlo. Sono felice per come mi guadagno da vivere sinceramente. Quindi non sono io che manipolo le persone su Instagram per comprare qualcosa». (Servizio a cura di Eva Carducci)

 

 

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Il Messaggero