E’ riapparso nella Capitale per presentare ad un pubblico amico la sua grande mostra fotografica e ancora una volta, arrivato a Roma, Giuseppe Di Piazza ha provato forte...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Emozionato nel vedere amici e curiosi davanti ai suoi scatti, e pronto a carpire ogni minima reazione, Di Piazza è stato accolto con un viavai caloroso di persone più o meno vicine, che hanno lasciato messaggi affettuosi nel “guest book” della mostra. Dal fotografo Fabio Lovino, alla scrittrice Melissa Panarello, da Chicco Testa a Elena Valensise, fino agli scrittori Fulvio Abbate, Camilla Baresani, Gaetano Savatteri, sono stati tanti i personaggi che hanno colto l’occasione di ammirare le opere di un prodigioso Di Piazza che svela la sua ultima identità, legata alla sua città ispirativa: “Mia moglie e i miei tre figli sono cittadini americani, e io sento fortissimo il rapporto con gli Stati Uniti”, spiega Di Piazza, che ama Manhattan come il Queens, Brooklyn come Staten Island, con le loro fortissime comunità italo-americane. Per l’artista “un unico luogo di amore e di culto”. Elettrica, fluida, mai statica, la New York di Di Piazza svela le mille anime della Grande Mela, con le sue luci e i suoi colori, ma anche il suo impressionante skyline, i ponti maestosi, le stazioni metropolitane, le aree suburbane e, immancabili, i volti degli attori della sua vita un po’ folle e frenetica. Scatti colorati di una New York che corre e che non dorme mai, frutto di un intenso lavoro durato sei anni tra viaggi e lunghe permanenze nella metropoli americana (e, in parte, a Miami e Washington). Un progetto portato avanti con passione, abbandonandosi alle sensazioni dell’istante, senza mai realizzare niente di costruito, con la voglia semplice e sincera di restituire l’energia di ogni luogo catturato.
Di Piazza aveva 12 anni quando fece la sua prima foto. Scattò con una Kodak che gli aveva regalato sua madre. Nell’immagine impressa c’era Roma, dove oggi l’artista ritorna con la consapevolezza di essere diventato fotografo proprio allora: con quel primo scatto, ancora giovanissimo, Di Piazza aveva compreso pienamente la potenza del racconto visivo, ed era riuscito già a cogliere quel momento perfetto di luce, forme e colori che avrebbe dato vita (eterna) alla sua foto. A Roma, nei primi anni Ottanta, Di Piazza lavora per un’agenzia americana, fa un paio di piccole mostre e stampa dal leggendario Bugionovi. Poi arriva un lungo periodo in cui la fotografia lascia spazio ad altro. Di Piazza punta a crescere come giornalista di quotidiani prima, e di periodici poi. Un’impresa, oggi si può dire, decisamente ben riuscita. C’è voluto il trasferimento a Milano per riavvicinarsi, 16 anni fa, al suo mezzo espressivo prediletto: “E così ho ritrovato tutto me stesso”, confessa l’artista, che anche durante il vernissage si è divertito a scattare foto con la sua Fuji instax mini. Sempre più innamorato della fotografia e di New York, la città che fa sognare, Di Piazza, uscendo dalla sua mostra, si lascia scappare un desiderio: “Il mio bisnonno emigrò da Palermo nel 1899 per Brooklyn. Non escludo a breve di seguire le sue orme”. Per informazioni: www.28piazzadipietra.com.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero