La 39esima edizione del Cairo International Film Festival si è aperta con un tocco di glamour europeo. Una sfavillante Elizabeth Hurley, in abito lungo nero con una...
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Il ministro della Cultura, Helmy Namnam, ha sottolineato che il cinema è un grande strumento per “costruire ponti e garantire il nostro moderno stato civile” parlando davanti a una folta rappresentanza di cineasti egiziani come Hussein Fahmy, Lebleba, Hend Sabry, Eyad Nassar, Leila Elwi, Ahmed Helmy, Mona Zaki, Emy Samir, Ghanem, Hassan el Radad, Ghada Adel e tanti altri. Durante la cerimonia, salendo sul palco l’attrice egiziana più famosa del momento, Youssra, che è anche presidente onorario di questa edizione del Festival, ha baciato la grande foto di Shadia, icona del cinema egiziano, da qualche tempo ricoverata in ospedale, alla quale è dedicata la rassegna. «Un Festival che ha raggiunto con orgoglio la sua 39° edizione nonostante alcuni anni difficili attraversati dal Paese», ha ribadito la presidente Magda Wassef.
Per aprire il Festival, fuori concorso, è stato proiettato il film americano “Mountain between us”, con Kate Winslet e Idris Elba, del regista palestinese due volte candidato agli Oscar, Hany Abu Assad. Ma da oggi saranno 173 le pellicole, provenienti da 53 Paesi diversi, proposte con l’obiettivo dichiarato di mettere a confronto mondi e stili di vita lontani per favorire il dialogo e combattere, anche con il cinema, i pericoli del fondamentalismo. E accanto, naturalmente, a quello egiziano e a quello arabo – oltre che a quello australiano che, con dieci film, è l’invitato d’onore del Festival – un ruolo di spicco lo ricoprirà il cinema del Vecchio Continente.
Sono sette i film europei candidati al premio di miglior “Film in Lingua Straniera”: “In the Fade” di Fatih Akin (coproduzione tedesco-francese), “The Fixer” di Adrian Sitaru (Romania/Francia), Amerika Square di Yannis Sakaridis (Grecia/Regno Unito/Germania) “Men don’t cry” di Alen Drljevic (Bosnia Erzegovina/Croazia
/Slovenia/Germania), “Quit Staring at my plate”, di Hana Jusic (Croazia/Danimarca), “Requiem for mrs. J.” Di Bojan Vuletic (Serbia/Macedonia/Bulgaria/Francia/Russia) e “Unwanted” di Edon Rizvanolli (Kosovo e Paesi Bassi).
Per la Piramide d’oro, primo premio del Festival, i film europei in gara sono sei e uno è italiano: “Fortunata” di Sergio Castellitto. Gli altri cinque sono: “A season in France” di Mahamat-Saleh Haroun (coproduzione Francia/Ciad), “Insyriated” di Philippe Van Leeuw (Belgio/Francia/Libano), “Out” di György Kristóf (Slovacchia/Repubblica Ceca/Ungheria/Francia/Lettonia, “Nina” di Juraj Lehotský (Slovacchia/Repubblica Ceca) e “L’intrusa” di Leonardo di Costanzo (Italia/Svizzera/Francia). Per la cerimonia di chiusura è atteso l’attore americano Ben Affleck. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero