Realistiche come una fotografia, dai colori pastello di una cartolina: sono le tele di Edward Hopper (1882-1967), uno dei più apprezzati e noti artisti americani...
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Sono composizioni che raccontano l’amore dell’artista per il mare, per la luce, per gli orizzonti, per la completezza di un singolo attimo. Era un uomo taciturno e schivo, un po’ come i suoi personaggi solitari che di tanto in tanto invadono discretamente stanze e terrazze. Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere - affermava. Il silenzio della sua arte ha però fatto scuola non solo nell’universo pittorico, ma anche in quello cinematografico, a partire dal cinema noir fino ad arrivare a Shirley - Visions of Reality di Gustav Deutsch del 2013 che si ispira ad Hopper a partire dalla locandina. La retrospettiva è curata da Barbara Haskell - curatrice di dipinti e sculture del Whitney Museum of American Art, museo newyorchese che ospita tutta l’eredità dell’artista - in collaborazione con Luca Beatrice e resterà aperta fino al 24 luglio 2016. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero