Duemila autori e 524 espositori, ecco il nuovo Salone del libro di Milano

Chiara Valerio
Un lavoro enorme che parte da una cosa semplice, le 27 lettere dell'alfabeto come guida a centinaia di appuntamenti dentro...

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Un lavoro enorme che parte da una cosa semplice, le 27 lettere dell'alfabeto come guida a centinaia di

appuntamenti dentro e fuori "Tempo di Libri". C'è molta curiosità intorno a questo nuovo viaggio tra i libri che
intreccia e coniuga diverse discipline, «dissidenza e ballo», danza ed economia», che tra il 19 e 23 aprile porterà a Milano Rho circa 2000 autori e 524 espositori.

A poco più di una settimana all'inaugurazione della prima edizione della fiera milanese dell'editoria italiana, Chiara
Valerio, curatrice del programma generale, si augura «che somigli a quello che abbiamo pensato quando abbiamo cominciato a costruirla. Dunque che somigli al lettore». Poi che la nuova Fiera «sia allegra come la curiosità con la
quale è stata pensata, che sia seria e affidabile come chi parla a persone, lettori e non lettori, che vivono in una parte di mondo dove si è liberi di parlare, di discutere e di pubblicare e che da questa parte di mondo, possano capire l'altra parte dove queste possibilità sono limitate o assenti» spiega la Valerio, scrittrice ed editor, classe 1978 con una formazione da matematica.

«Mi aspetto - dice la curatrice del programma generale - che sentir parlare Diego Osorno, Giancarlo Ceraudo, Miriam Lewin, Pinar Selek, Lirio Abbate, Francesca Borri, Asli Erdogan, Marco Damilano ed Emiliano Fittipaldi, renda evidente che questa è una fiera di contenuto politico oltre che culturale. E mi aspetto poi che canticchino le strofe di Gabbani o Manuel Agnelli, che sarà al Pavillion Unicredit per WebNotte, o Saturnino. Mi aspetto che questa fiera sia in piccolo la miscellanea che siamo tutti. Poi ci sarà Mohsin Hamid col suo Exit West, il romanzo
che coniuga dissidenza e ballo. Così come Nesi e Brera hanno coniugato in un romanzo, che sarà in anteprima a Tempo di Libri, danza ed economia». E della prima volta di due Saloni del Libro, la Valerio sottolinea gli aspetti positivi a partire dalla sintonia e dal dialogo con Nicola Lagioia, nuovo direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, al Lingotto dal 18 al 22 maggio.

Lo sdoppiamento «spero possa essere positivo, io credo che possa esserlo. Nicola mi ha mandato un bel "in bocca al lupo" dopo la conferenza stampa ed è una cosa che avrei fatto e farò anche io dopo la sua. Non ho inimicizia per il passato e penso che Tempo di Libri, anche nel suo corposo fuori salone a Milano città, sia adesso una cosa autonoma e abbia, in qualche modo che è dipeso dal lavoro fatto, e dal programma che c'è, cancellato
uno strappo. E a Tempo di Libri, che è un insieme di persone, molte, variegate e capaci, auguro con successo di prendersi cura della nostra possibilità di immaginare» spiega Chiara Valerio.

La differenza principale tra "Tempo di Libri" e gli altri Saloni è che la Fiera milanese, dice la curatrice, «è stata
costruita dagli editori e con gli editori. Se guardi il programma le case editrici e le sigle editoriali, grandi e piccole, sono intrecciate. Perché l'alfabeto è servito a definire un campo da gioco dove tutti in un certo senso
cominciavamo da capo. O forse, più precisamente, dove tutti avendo accumulato negli anni passioni e competenze abbiamo potuto fare variazioni armoniche, come nel jazz». Infine, la Valerio ringrazia «gli scrittori italiani (momento

patriottico, come chioserebbe un retro pensiero di Zerocalcare) uno a uno con personale affetto e vorrei dirgli "continuate a scrivere, così io posso continuare a leggere"». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero