Donato Carrisi, febbre da selfie con il cast in platea

Nella foto, Toni Servillo e Valentina Bellé
A un anno dal David di Donatello con “La ragazza nella nebbia”, film che ha segnato il suo esordio dietro la macchina da presa, Donato Carrisi torna sul grande schermo...

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A un anno dal David di Donatello con “La ragazza nella nebbia”, film che ha segnato il suo esordio dietro la macchina da presa, Donato Carrisi torna sul grande schermo con un nuovo noir dai tratti psicologici. “L’uomo del labirinto”, al cinema dal 30 ottobre, è un ping pong perfetto tra due straordinari attori come Toni Servillo e Dustin Hoffman, nei panni dei protagonisti. Ieri sera la première, al Cinema Adriano, con il cast al completo. Unico assente l’attore americano, mentre gli altri sono arrivati alla spicciolata nel foyer per il photocall di rito assediato da fan e curiosi. Emozionato Carrisi ha riabbracciato tutti i suoi attori, dal geniale Servillo alla bellissima Valentina Bellé - nel ruolo di Samantha - e poi ancora Caterina Shulha, arrivata insieme al marito, Filippo Dini, Marta Richeldi, Carla Cassola, Luis Gnecco, Riccardo Cicogna e Orlando Cinque. Sul red carpet non solo gli interpreti di questo thriller ma anche tanti volti noti del cinema e dello spettacolo, impazienti di vedere la seconda opera dello scrittore-regista. 

 

Circondata dai flash di fotografi e smartphone Rossella Brescia, impeccabile in tailleur nero, poi ecco Fausto Brizzi con la compagna Silvia Salis, Francesco Rutelli e Chiara Giordano, reduce dal successo ad “Amici Celebrities”, anche lei in nero. Non sono mancati all’appuntamento l’attore Giulio Pampiglione, l’imprenditore Bernabó Bocca e ancora Edoardo Leo e Fabio De Luigi, insieme nel nuovo film di Vincenzo Alfieri, “Gli uomini d’oro”, che uscirà a novembre. 


Applausi in sala alla fine della proiezione per un film che scava nella mente umana attraverso linguaggi subliminali e trappole per l’inconscio. L’investigatore privato Bruno Genko (Servillo) sta per morire e decide di indagare su un vecchio caso che non ha mai portato a termine, la scomparsa di una ragazzina, riapparsa dopo quindici anni. Impossibile per lo spettatore non lasciarsi coinvolgere da questo gioco della mente in cui Carrisi, con una carriera costellata di successi letterari, si conferma un maestro: «Il mio scopo è sempre stato scrivere romanzi che sembrano dei film e di fare dei film che assomigliano a un romanzo - spiega - Con i miei libri cerco di evocare immagini nella mente del lettore, così i miei film non devono esaurirsi in ciò che è visibile sullo schermo». Fondamentale la scelta dei protagonisti: «Per realizzare questa messinscena avevo bisogno di Toni Servillo e Dustin Hoffman». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero