Don Alan Pennebaker, morto a 94 anni il regista americano che filmò Bob Dylan e David Bowie

Don Alan Pennebaker, morto a 94 anni il regista americano che filmò Bob Dylan e David Bowie
È morto a 94 anni il regista americano Don Alan Pennebaker, autore di celebri documentari dedicati a Bob Dylan e a David Bowie, ma anche alla campagna presidenziale di Bill...

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È morto a 94 anni il regista americano Don Alan Pennebaker, autore di celebri documentari dedicati a Bob Dylan e a David Bowie, ma anche alla campagna presidenziale di Bill Clinton nel 1992. Vincitore di un Oscar onorario nel 2013, Pennebaker si è spento il 1 agosto nella sua casa di Long Island. Nato nel 1925 a Evanston, nell'Illinois, leader di una generazione di cineasti degli anni '60, Pennebaker contribuì a inventare il documentario politico moderno con Primary, dedicato alla vittoria di John F. Kennedy nel 1960 alle primarie democratiche in Wisconsin. A consacrarlo sarebbe stato però Don't Look Back, il documentario con cui il regista seguì nel 1965 un giovanissimo Dylan in tour in Inghilterra, girando in presa diretta con una cinepresa portatile. Accanto a Dylan, altri protagonisti straordinari come Joan Baez, Donovan, Allen Ginsberg. Un rockumentary ante litteram, oggi un cult movie, ricco di sequenze passate alla storia come quella in cui Dylan suona It's All Over Now, Baby Blue nella sua camera d'albergo.


Sempre in tema musicale, Pennebaker firmò nel 1973
Ziggy Stardust and the Spiders from Mars con David Bowie, Monterey Pop sul festival del 1967 in California, con Otis Redding, Jimi Hendrix e Janis Joplin, catturando con la sua telecamera alcune delle più straordinarie performance della storia del rock, e ancora un documentario sul concerto di Toronto del 1969 con John Lennon e Eric Clapton. Negli anni '90 era tornato alla passione per la politica, realizzando The War Room, un documentario sulla campagna elettorale di Bill Clinton e Al Gore del 1992. Il film ottenne una nomination agli Oscar e fu premiato con il National Board of Review Award al miglior documentario. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero