"Distanziati", il docufilm di Stefano Calvagna sulla Roma che prova a ripartire

"Distanziati", il docufilm di Stefano Calvagna sulla Roma che prova a ripartire
Un viaggio all’interno delle vite dei cittadini romani che stanno ripartendo, o che ancora non hanno avuto modo di ricominciare a lavorare, dopo le restrizioni stabilite dal...

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Un viaggio all’interno delle vite dei cittadini romani che stanno ripartendo, o che ancora non hanno avuto modo di ricominciare a lavorare, dopo le restrizioni stabilite dal governo a causa della pandemia che ha bloccato il mondo negli ultimi mesi. Tutto questo e molto altro è "Distanziati", il docufilm di Stefano Calvagna presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia. 


L'opera indaga le conseguenze sociali del periodo di quarantena imposto per preservare la nostra salute ma che ha, purtroppo, generato gravi problemi all’economia e ai lavoratori. Calvagna, cineasta romano, l’ultimo Outsider rimasto dopo Claudio Caligari, autore de Il Lupo, L’uomo spezzato e Non escludo il ritorno, va in giro per Roma insieme a Sandro Bersani, e con il piacevole accompagnamento del bravo Rock narratore David Capoccetti, entra nei loro negozi, ad intervistare proprietari e dipendenti, si interfaccia con coloro che non hanno ancora avuto l’opportunità di riaprire la propria attività, poiché reputata a rischio di contagio. Veri cittadini, con le loro voci e i loro occhi, raccontano cosa significhi lavorare nel periodo che ha seguito la “fase 1” del lockdown, senza edulcorare la realtà.

 
Distanziati è un docufilm mirato a cedere la parola a chi non ha ricevuto sostegni, a chi si è sentito abbandonato dal proprio Stato, a chi sa di poter ricominciare, e a chi non ne ha la certezza. Ma anche a chi ha vissuto in prima linea come medici e infermieri il Covid 19, fino ad arrivare anche a dare voce ad una escort e uno spacciatore. Emozioni sincere, paure e speranze espresse con spontaneità e totale libertà, in una Roma che ricomincia, che ritrova vita e movimento dopo le sconvolgenti immagini delle sue strade vuote.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero