Una piazza italiana sempre animata, un luogo pubblico colorato in cui tutto si muove continuamente, in una movida che ha il profumo stesso della giovinezza. È la...
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Le voci protagoniste saranno Diana Damrau e Vittorio Grigolo, le stesse della prima newyorchese, cui si aggiungono artisti come Mattia Olivieri (Mercutio), Nicolas Testé (Frère Laurent), Sara Mingardo (Gertrude), il mezzosoprano emergente Marina Viotti en travesti nella parte di Stephano, Frederic Caton (Comte Capulet), il tenore russo Ruzil Gatin (Tybal), e poi Edwin Fardini (Comte Paris) e gli allievi dell'Accademia scaligera Paolo Nevi e Paul Grant.
Lorenzo Viotti, 30 anni, di Losanna, direttore designato dell' Opera di Amsterdam, debutta con un'opera alla Scala, pur avendo già diretto la Filarmonica (2018) e guidato la compagine dell'Accademia. «Un'opera - dice - che rappresenta la gioventù, dove i due giovanissimi protagonisti vengono respinti dalla vecchia società tradizionalista e alla fine credono di essere respinti anche da Dio, tanto che concludono insieme Signore perdonaci».
Sì, perché l'opera di Gounod è certamente tratta dalla tragedia di Shakespeare dove i due amanti muoiono separatamente, ma i librettisti Jules Barbier e Michael Carré, come spiega Dan Rigazzi, che riprende alla Scala il lavoro di Sher, «nella scena finale fanno risvegliare un po' prima Giulietta e i due giovani muoiono insieme».
«Quanto alla scenografia - aggiunge Rigazzi - si basa su una scena unica, una coloratissima piazza italiana, continuamente animata: cambiano le posizioni dei personaggi, cambiano le situazioni ma non c'è la necessità di fermare tutto per cambiare le scene. Questo è importante perché consente di non interrompere quel movimento continuo che caratterizza questo spettacolo».
Tutte le otto rappresentazioni (dal 15 gennaio al 16 febbraio) saranno precedute, nel ridotto delle gallerie, alle ore 19,15, da una presentazione al pubblico a cura della musicologa Liana Puschel, con la partecipazione del maestro Viotti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero