De Luigi "mammo" per forza tra risate e tenerezza

Fabio De Luigi con la piccola Bianca Usai
IL FENOMENO. Nel nostro box office perennemente in affanno, c’è un genere che non conosce crisi: il cinema per tutti, sinteticamente chiamato ”family”,...

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IL FENOMENO. Nel nostro box office perennemente in affanno, c’è un genere che non conosce crisi: il cinema per tutti, sinteticamente chiamato ”family”, messo in circolazione con gioia dai distributori e accolto a braccia aperte dagli esercenti. Oggi che il pubblico è sempre più tentato di disertare la sala a vantaggio di uno schermo digitale, i cartoon, le fiabe, le commedie adatte a grandi e piccini rappresentano una garanzia: lo dimostrano gli ottimi incassi di ”Mia e il Leone Bianco”, il tenero eco-racconto diretto dal francese Gilles de Maistre, e quelli del cartoon ”Dragon Trainer”. Per non parlare del campione Disney ”Ralph Spacca Internet”, che ha spaccato anche i botteghini.

MAMMO PER FORZA. In questo mercato che premia i ”family”, il 7 febbraio sbarcano due potenziali blockbuster: ”Rémi”, meraviglioso film francese con Daniel Auteuil ispirato al classico per ragazzi Senza famiglia, e ”Dieci giorni senza mamma”, l’ultima commedia di Alessandro Genovesi, una produzione Medusa e Colorado, mattatore Fabio De Luigi affiancanto da Valentina Lodovini.
Un po’ storia comica a lieto fine, un po’ ”fotografia” del nuovo costume sociale, il film di Genovesi ha per protagonista un padre di famiglia felicemente sposato (De Luigi) e molto preso dal suo lavoro. Un bel giorno, in occasione dell’improvvisa, meritata vacanza della moglie-chioccia (Lodovini), si ritrova a dover gestire la casa e soprattutto i tre bambini: una tredicenne in piena crisi orminale (Angelica Elli), un ragazzino appassionato di videogame violenti (Matteo Castellucci) e una piccola di appena due anni (l’adorabile Bianca Usai). Riuscirà l’improvvisato ”mammo” a far fronte alla quasi insormontabile sfida mentre, come se non bastasse, deve affrontare un momento molto difficile sul lavoro?
REMAKE. Questo è il punto di partenza del film, remake di un successo argentino, che si dispiega poi attraverso una serie di situazioni molto comiche, compresa l’apparizione di una specie di Mary Poppins (Diana Del Bufalo) destinata ad aiutare il nostro eroe a sbrigarsela con il ménage e soprattutto a dialogare per la prima volta con i figli. Morale della favola: i modelli familiari tradizionali non hanno più il monopolio e magari un cambiamento di ruoli in casa, apparentemente ”spiazzante”, può giovare a tutti, grandi e piccini. E il finale del film è tutt’altro che scontato.
COVER. «Del film originale argentino è stato mantenuto solo lo spunto», spiega Gian Paolo letta, ad Medusa, «Genovesi ha riadattato la storia secondo la sua sensibilità e la cultura italiana». Aggiunge Alessandro Usai di Colorado: «Anche nella musica esistono le cover, l’importante è affrontare tematiche universali». Conferma Genovesi (all’attivo ”Soap Opera”, ”Puoi baciare lo sposo”): «Il padre argentino veniva travolto dalle incombenze pratiche, insomma non sapeva accendere la lavatrice, mentre la nostra storia fa leva sui sentimenti e sui confiltti generazionali dei protagonisti. La mia preoccupazione più grande? Evitare le sdolcinature e soprattutto la retorica: quasi tutti i film italiani ruotano intorno a matrimoni sbriciolati e famiglie sfasciate, ma i nostri protagonisti si amano come il primo giorno e, dal cambiamento dei ruoli, traggono nuova energia per migliorare la vita insieme».

NIENTE CLICHÉ. E’ dello stesso parere Valentina Lodovini, nei panni di una mamma «che ha rinunciato al lavoro per stare con i figli ma è felice di fare la casalinga», spiega l’attrice, «è stanchissima ma serena, non ha frustrazioni o cali di umore: ho accettato di interpretarla perché è al di fuori dai cliché. Il film fa riflettere sui cambiamenti della società». De Luigi, che alla comicità regala immancabilmente il valore aggiunto della grazia e dell’eleganza, è un padre maldestro decisamente convincente: «Ho due figli anch’io, conosco la materia e non mi lascerei mai spiazzare dall’assenza di mia moglie», spiega. «La società è cambiata, di uomini che vanno nel panico di fronte alla gestione della casa ne esistono sempre meno. Ormai, in casa, i ruoli sono intercambiabili». Rincara Genovesi: «E le mamme, diciamola tutta, sono indispensabili finché il bambino ha tre anni, poi possono delegare tranquillamente le loro funzioni al papà». Sul set, assicurano tutti, si è creata una vera famiglia: la lavorazione ruotava in funzione delle pappe e dei sonnellini della piccola Bianca, figlia del produttore, mentre il regista spiega: «Non doveva sembrare un film ma uno spaccato di viva vera che, malgrado le situazioni comiche, mantenesse la sua verità».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero