«La gente parla, pensa, condivide idee, lavora a ipotesi come fanno i detective, cerca di capire. Mi piace la loro perseveranza. È una bella cosa». David Lynch...
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Sarà una continuazione della storia raccontata 25 anni fa o cambierà tutto?
«Quello non posso dirvelo, vi dirò invece che la storia degli ultimi sette giorni di Laura Palmer sono molto importanti per questo racconto».
Venticinque anni fa, le sue idee applicate a Twin Peaks rivoluzionarono il mondo delle serie tv. Sente la responsabilità di dover fare qualcosa di altrettanto importante?
«Francamente quando lavoro a un progetto non bado a cosa ne penseranno i fan o gli addetti ai lavori. A me interessano solo due cose: la storia ed il modo in cui la storia deve essere raccontata e sono molto felice di come abbiamo raccontato questa storia».
Allora, nonostante il successo la serie durò solo due stagioni. Come mai?
«Perché ad un certo punto rispondemmo alla domanda sbagliata».
La domanda ricorrente nella prima serie? “Chi ha ucciso Laura Palmer?”
«Esatto, era una di quelle domande alle quali né io né Frost volevamo dare una risposta. Era la gallina dalle uova d’oro, che se uccidi non produce più. Ad un certo punto ci è stato chiesto di delineare cosa realmente era successo, di dare un chiusura alla storia, dopo di che le cose non furono più le stesse».
E ora?
«E ora c’è venuta un’idea. Una buona idea, che ha portato ad altre buone idee».
L’ultimo suo film, al cinema, risale al 2006, Inland Empire. Ora preferisce il piccolo schermo?
«Il fatto è che io non faccio mai questa distinzione, cinema o tv. Twin Peaks non l’ho mai vista come una produzione televisiva, era un film per me, l’ho girato come si gira un film e credo sia stato questo il segreto del suo successo. Poi i film che si fanno oggi al cinema non sono quelli che piacciono a me, e quelli che piacciono a me, non sono i film che hanno successo al cinema. Quindi ben venga la televisione».
Monica Bellucci, David Duchovny, Laura Dern, Naomi Watts, alcuni degli attori della prima serie: Sheryl Lee, Kyle MacLachlan, Mädchen Amick. E nomi che non hanno a che fare con il cinema o la tv, come il frontman dei Pearl Jam, Eddie Vedder. Come ha scelto il cast?
«Si tratta sempre di trovare la persona giusta per la giusta parte. E così, molto semplicemente, incontri gente, la ascolti, guardi i loro video e ti fai un’idea di come potrebbero funzionare per quella parte e poi decidi».
Spesso lavora con attori con cui ha già collaborato più volte, come Laura Dern.
«Amo Laura Dern. È tutto più facile con le persone che già conosci, con cui hai un’intesa che non deve essere spiegata con troppe parole».
Lo scorso autunno Mark Frost ha pubblicato un libro, “Le vite segrete di Twin Peaks”. Anche quello è il risultato di questo vostro nuovo lavoro insieme?
«No, non ha niente a che fare con questa nuova stagione. È un libro che ha scritto Mark ed è solo suo. Io non l’ho letto e non lo voglio leggere, non perché pensi che non sia ottimo, ma perché contiene le sue idee e non le mie. È la sua storia di Twin Peaks, e come dicevo prima, ognuno ha la sua idea. È il bello di questo nostro racconto, vale per i fan ma anche per noi autori».
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Il Messaggero