“Lo zio di Brooklyn" e l'apocalisse per Ciprì e Maresco su Miocinema

Una immagine di "Lo zio di Brooklyn"
La piattaforma MioCinema presenta lo speciale Ormai solo un Zio ci può salvare, in programma venerdì 26 marzo alle ore 21. Incontro con i registi Franco...

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La piattaforma MioCinema presenta lo speciale Ormai solo un Zio ci può salvare, in programma venerdì 26 marzo alle ore 21. Incontro con i registi Franco Maresco e Daniele Ciprì, con il direttore della fotografia Luca Bigazzi. Tre interviste a cura del critico cinematografico Emiliano Morreale.


Ruvido, crudo, disturbante e dissacrante, rabbioso, trasgressivo. E ancora: incisivo, estremo, corrosivo, rivoluzionario. Certamente non standardizzato e meno che mai allineato con il politicamente corretto. 
Lo Zio di Brooklyn, esordio cinematografico di Ciprì e Maresco, presentato nel 1995, è una dichiarazione di intenti, che dopo l’esperienza di Cinico Tv, si trasferisce sul grande schermo. Il film, che racconta un’umanità grottesca e surreale, è simbolo di una società dissolta ed espressione dell’immaginario post-apocalittico del cinema di Ciprì e Maresco, che ha sconvolto la platea benpensante e ancora oggi appare un alieno nel panorama cinematografico italiano, di grande potenza espressiva e con la rara capacità di essere indimenticabile. 
Un mondo e un immaginario che si ripropongono in Grazie Lia - Breve inchiesta su Santa Rosalia, un’indagine che raccoglie le testimonianze di alcuni fedeli di Santa Rosalia, protettrice di Palermo. Tra materiale trasmesso su Rai Tre e materiale inedito, Ciprì e Maresco mostrano ancora una volta un’umanità che è lo specchio della civiltà in declino, pronta ad essere inghiottita dal cielo apocalittico che si abbatte su di essa.
Il filo rosso dell’apocalisse, teso e cinico, si intreccia anche nell’omaggio dei due autori ad alcuni registi del cinema superstite con i cortometraggi Martin a Little, intervista a Martin Scorsese sulle sue origini siciliane, e Il corridore della paura con Samuel Fuller, intervistato poi in occasione delle riprese di Metamorfosi di una melodia, performance teatrale di Amos Gitai, fatte da Ciprì e Maresco nella Gibellina del Cretto di Burri.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero