Una lotta tra padre e figlio, una relazione esoterica tra vecchio e nuovo, paternità ed eredità, erotismo e horror, raccontati sotto scrosci d'acqua, pennellati...
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Dopo l’incontro speciale con The Great Tamer, un successo a Torinodanza 2018, ritorna Dimitris Papaioannou con un progetto particolare e speciale. Insieme con il giovane collaboratore e performer Šuka Horn, l'artista ha affrontato questo nuovo lavoro mettendo l'acqua sotto i riflettori. Una nuova ricerca, utilizzando in particolare i sistemi d’irrigazione per annaffiare i campi. Nel suo spettacolo è la scena a essere innaffiata: un getto costante bagna la coreografia e produce i suoni che conducono il movimento.
«Avevo pensato di creare un’installazione con alcuni interventi performativi e alla fine ho realizzato uno spettacolo, che è nato da un profondo e personale flusso emotivo, uno stato emozionale molto diverso dai miei lavori precedenti» racconta il coreografo greco.
La vicinanza nel periodo di lockdown ha permesso a Dimitris Papaioannou e Šuka Horn di costruire un processo nuovo, che si è rapidamente trasformato in un incontro/scontro tra due personalità molto diverse per età, colori, storie personali. Entrambi presenti in scena creano un’interdipendenza quasi cannibalesca in un mondo fantastico. E bagnato.
La passione per cinema horror, la poesia di Andrej Tarkovskij e molte altre citazioni pittoriche, fino all’uso delle musiche di Antonio Vivaldi, sono le caratteristiche del lavoro di Papaioannou: «Io cerco di capire la vita e di materializzare sul palcoscenico il mio sentire e le mie domande. Ed è così che incontro gli archètipi. E quando inciampi sugli archètipi, t'imbatti nel Mito. Perché questo è ciò che i Miti fanno: visualizzano e raccontano temi universali».
Dimitris Papaioannou è oggi tra i più potenti creatori di un linguaggio scenico che intreccia il corpo con l’arte visiva. L’uomo diventa oggetto della rappresentazione dell’idea dell’artista e allo stesso tempo soggetto di forme plastiche e pittoriche che disegnano movimenti di una mitologia contemporanea.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Atene, e noto al grande pubblico per aver curato la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atene nel 2004, è ormai uno dei nomi più rappresentativi della scena internazionale nonché pioniere della danza contemporanea. Nei suoi trent’anni di carriera è riuscito a creare universi diversi sperimentando l’analisi del corpo sul palcoscenico. È stato il primo coreografo chiamato a realizzare un lavoro a serata intera, Since She, per il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch.
Lo spettacolo dopo Torino andrà in scena al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, ospite del Festival Aperto, sabato 26 e domenica 27 settembre. «Una collaborazione felice che offre l’opportunità di seguire il percorso creativo di un artista speciale - dichiarano Anna Cremonini e Paolo Cantù, direttori dei Festival che producono l’evento -.
Il Messaggero