Il Maggio riparte e non si ferma: 10 opere e 40 concerti con Mehta, Muti e a sorpresa Levine

Il Sovrintendente Alexander Pereira
Il Maggio alza il sipario e non si ferma, con undici mesi di programmazione ininterrotta, da fine agosto 2020 a fine luglio 2021. «Con duecento persone in sala»,...

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Il Maggio alza il sipario e non si ferma, con undici mesi di programmazione ininterrotta, da fine agosto 2020 a fine luglio 2021. «Con duecento persone in sala», spiega il sovrintendente Alexander Pereira, «non avrei fatto nulla. Con seicento sì. Quindi si parte e guardiamo lontano».


A stargli accanto nella presentazione della stagione del Teatro del Maggio e del prossimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Zubin Mehta, «che salirà sul podio per 32 serate, tra Opera e Sinfonica, senza contare le tournée. È nostro direttore onorario a vita, ma gli ho chiesto di presenziare anche le audizioni dell’orchestra. Festeggerà con la Creazione di Haydn i suoi 50 anni di carriera nella Fondazione Fiorentina e proseguirà con noi a realizzare molti dei suoi progetti nei prossimi anni. Sarà protagonista dei cicli Schubert e Brahms. Peccato non sia eterno, ma la sua forza la vogliamo tutta».

La programmazione proposta da Pereira, la prima che porta la sua firma, è kolossal: «Sostenuta dai finanziamenti pubblici, dai progetti di sponsorizzazione che, al novanta per cento, dovrei chiudere entro il ‘21. Forse non tutti, ma tre/quarti sì. E dal botteghino, che non va granché. Credo che la gente abbia ancora qualche difficoltà a uscire. Spero che dopo l’estate si rianimi. Abbiamo prezzi per tutti da 20 euro fino a duecento per le opere di richiamo, Otello, Don Giovanni e Rigoletto».

Il via il 30 e 31 agosto 2020 con due esecuzioni della Messa da Requiem di Verdi dirette da Zubin Mehta in piazza della Signoria a Firenze e prosegue per 8 mesi di stagione e 3 di Festival con star del panorama artistico musicale mondiale. Oltre a Mehta, l’ex direttore musicale Riccardo Muti che festeggerà i suoi 80 anni il 28 luglio del 2021 dirigendo il Don Giovanni anche a Firenze, dopo il San Carlo di Napoli, e l’eccezionale, sotto diversi punti di vista, presenza di James Levine, Maestro radiato nel 2018 dal Met per accuse di abusi sessuali e molestie, che ora si riaffaccia in pubblico per la prima volta.

Al loro fianco, un esercito di star: i direttori Marco Armiliato, Paolo Carignani, Myung-Whun Chung, James Conlon, Christoph von Dohnányi, Christoph Eschenbach, Adam Fischer, Riccardo Frizza, Daniele Gatti, Manfred Honeck, Eliahu Inbal, Ingo Metzmacher, Gianandrea Noseda, Lahav Shani sul podio; tra le voci Elīna Garanča, Ekaterina Gubanova, Edita Gruberová, Saioa Hernández, Anna Netrebko, Jessica Pratt, Marina Rebeka, Carmela Remigio, Maria Josè Siri, Krassimira Stoyanova, Sonja Yoncheva, Vittoria Yeo, Nicola Alaimo, Marcelo Álvarez, Roberto Aronica, Placido Domingo, Ferruccio Furlanetto, Thomas Hampson, Francesco Meli, Leo Nucci, Michele Pertusi, Luca Salsi, Fabio Sartori, Michael Spyres, Ludovic Tézier, Michael Volle; i recital di Michael Barenboim, Rudolf Buchbinder, Amanda Forsyth, Maurizio Pollini,Frank Peter Zimmermann, Pinchas Zukerman; Roberto Andò, Sven Erich Bechtolf, Valerio Binasco, Robert Carsen, Jurgen Flimm, Denis Krief, Cesare Lievi, Davide Livermore, Damiano Michieletto, Chiara Muti, Carlus Padrissa, Pier Luigi Pizzi alla regia.

Per un totale di 10 titoli d’opera in stagione e 6 durante il Festival e di questi sono 12 i nuovi allestimenti, più di 40 concerti sinfonici (tra stagione e Festival) e poi cinque opere per ragazzi (con 32 recite a loro dedicate) che portano a ventuno gli allestimenti operistici del Maggio, numerosi recital concertistici e di canto, un balletto e le tournée in Italia e all’estero per un totale di oltre 160 giornate di spettacolo. «Sogno di restituire un Corpo di ballo al Teatro. Ci sto lavorando. È una ferita aperta che voglio curare».


La ripartenza, con la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi,  conta sulle voci soliste di Krassimira Stoyanova, Elīna Garanča mezzosprano di classe assoluta, il grande Francesco Meli e la star mondiale Ildar Abdrazakov.
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Il Messaggero