Tiziano Ferro lancia l'allarme sui concerti nella stagione del coronavirus: «Ci servono risposte e impegno sul programma dei concerti», dichiara il cantautore in...
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Meno polemico col Governo, ma con toni preoccupati aveva parlato già il cantautore Francesco De Gregori, commentando la situazione degli artisti in questo momento di emergenza per il coronavirus. «L'industria dello spettacolo - ha osservato il cantautore - sarà una delle ultime a riprendere le attività, per molti si prospettano mesi di sofferenza economica, a questo occorrerà mettere rimedio». La crisi avrà impatto anche sui tecnici dello spettacolo. «Posso solo sperare che gli innumerevoli lavoratori dell'indotto, che costituiscono la manovalanza necessaria a mettere in piedi un concerto e di cui il pubblico spesso ignora l'esistenza, possano essere protetti dalla cassa integrazione o da altri meccanismi di tutela».
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Più dirette le parole di Tiziano Ferro: «Il mondo della musica ha fatto vedere di cosa è capace, abbiamo raccolto quasi 8 milioni con "Musica che unisce". Anche noi adesso ci meritiamo un minimo di attenzione e di riconoscimento - dice il cantautore - Abbiamo sempre fatto tanto e lo faremo ancora per le situazioni di crisi, non solo a livello di intrattenimento ma anche economico. Abbiamo donato personalmente e abbiamo raccolto, si viene da noi musicisti per una richiesta d'aiuto e noi lo facciamo sempre volentieri, ma in questo momento abbiamo bisogno di una risposta - continua - Non per me, per il sogno che ho coltivato per un anno per il tour, ma per chi ancora oggi continua a comprare biglietti: ad oggi sono stati acquistati quasi 500.000 biglietti per i miei concerti, penso alle persone che lavorano sul palco e dietro al palco», ricorda il cantante. «Abbiamo il diritto di sapere se possiamo fare concerti o no, perché noi siamo bloccati, questo per tutelare il pubblico e i lavoratori più fragili, per capire come ripartire. Abbiamo bisogno di risposte, siamo al 3 maggio e ad oggi tecnicamente non possiamo fare nulla essendo il tour a giugno-luglio».
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Il Messaggero