Concerto dell'alba a Ravello: aspettando il sole a Villa Rufolo in compagnia di Puccini, Stravinskij e Beethoven

I concerti all'alba di Villa Rufolo a Ravello
Al Ravello Festival, come da tradizione, ritorna la musica all’alba, accompagnando il passaggio dalla notte al giorno in un appuntamento al Belvedere di Villa Rufolo,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Al Ravello Festival, come da tradizione, ritorna la musica all’alba, accompagnando il passaggio dalla notte al giorno in un appuntamento al Belvedere di Villa Rufolo, domenica 11 agosto (ore 5), che offre un’emozione unica: il lento apparire della luce e poi del sole che fa capolino dai monti che incorniciano il golfo. Un rito che, anno dopo anno, aumenta i suoi estimatori che arrivano a Ravello da ogni parte del mondo.


Per il quarto anno consecutivo, a salire sul palco per l’evento cult dell’estate ravellese, l’Orchestra Filarmonica Salernitana che dal 1997 ha affiancato le produzioni operistiche al Teatro Municipale Verdi di Salerno. Quest’anno, a dirigere l’orchestra sarà il giovane direttore morbegnese Lorenzo Passerini.

Nel programma viene scelto un altro passaggio dalla notte all’alba, quello dell’introduzione che Giacomo Puccini scrisse per l’ultimo atto di Tosca nel quale sono descritti i rintocchi magici delle campane che svegliano la Città Eterna, prima che avvenga il tragico epilogo dell’opera con la fucilazione del protagonista Mario Cavaradossi sullo spalto di Castel Sant’Angelo.

Il secondo brano è invece di Igor Stravinskij. Il compositore, affascinato dal Belpaese, accettò l’idea dell’impresario Djagilev di ricavare un balletto su uno scenario della Commedia dell’Arte (Picasso dipinse scene e costumi), impiegando preesistenti musiche di Pergolesi. La rielaborazione del materiale antico in Pulcinella divenne la quintessenza del “neoclassicismo” del compositore russo. A salutare il sorgere del sole, la quinta di Beethoven, quella che fra le nove partiture riassume e semplifica meglio i tratti della personalità dell’autore. Un Beethoven titanico, sublime e grandioso con un’idea di base: la progressiva transizione da una situazione di conflitto a un’affermazione conclusiva, in cui le tensioni vengono trionfalmente superate. Dopo ogni notte c’è sempre l’alba.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero