Con Simone Nebbia si canta Controvento

Si chiama “Na cosetta”, ma non è esattamente roba di poco conto. Anzi, questo locale cult del Pigneto, è da tempo pigmalione per i musicisti della...

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Si chiama “Na cosetta”, ma non è esattamente roba di poco conto. Anzi, questo locale cult del Pigneto, è da tempo pigmalione per i musicisti della Capitale e non solo. Domani sera alle 21, infatti, tiene a battesimo Simone Nebbia, un cantautore trentaseienne a tutto tondo che non disdegna affatto una musicalità completa e figlia di tante contaminazioni amate da Nebbia. A “Na cosetta” il musicista si esibirà live per promuovere il suo primo album che uscirà il giorno successivo al concerto. Ma sentiamo proprio dal cantautore un po’ della sua storia.

Come scoppiò la scintilla musicale?
«La devo a mio padre, che ha sempre apprezzato i cantautori. Poi un giorno vidi Guccini in concerto e fu una specie di folgorazione. La prima canzone che imparai con la chitarra fu La locomotiva».
Controvento è il titolo del singolo che lancerà il tuo album. Quale significato ha per te?
«E’ dedicata a mio padre, ma senza enfasi né malinconie. Una specie di confronto cantato tra la sua generazione e la mia. Ma ci sentiamo alleati nel condividere le stesse passioni e gli stessi pensieri».
​Il tuo album di esordio si intitola semplicemente Nebbia. Va bene, è il tuo cognome, ma ha anche un significato simbolico? Come mai non hai dato un vero e proprio titolo a questo tuo primo album?
«Infatti mi piacciono i simboli, immagini che hanno un impatto forte che non ha bisogno, a volte, di parole. Quindi il mio cognome e una foglia mi sembrano perfetti per quello che voglio raccontare».
 
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Il Messaggero