È il grande soprano tedesco Dorothea Röschmann la protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai in programma mercoledì 16 gennaio...
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Figura di punta della compagnia stabile alla Staatsoper di Berlino, dove nel 2016 è stata nominata Kammersängerin, dal suo debutto al Festival di Salisburgo nel 1995 si è affermata come una delle interpreti mozartiane più sensibili ed eleganti su palcoscenici come il Covent Garden, la Bayerische Staatsoper e il Teatro alla Scala.
Ospite acclamata di compagini prestigiose quali i Berliner Philharmoniker, la Filarmonica della Scala e l’Orchestra reale del Concertgebouw, ha sviluppato in sede concertistica una speciale affinità con il repertorio romantico, sia liederistico sia operistico.
La sua vasta discografia comprende, oltre a opere di Mozart, Schubert e Mahler, una raccolta di Lieder di Schumann con il tenore Ian Bostridge e il pianista Graham Johnson (“Echo Klassik” 2003), Ein deutsches Requiem di Brahms con i Berliner Philharmoniker diretti da Sir Simon Rattle e tre cicli di Lieder di Schumann e Berg con Mitsuko Uchida al pianoforte (“Grammy Award” 2017).
Per il suo debutto con l’Orchestra Rai interpreta i Vier letzte Lieder op. 150 (Quattro ultimi Lieder) che segnano la fine della parabola creativa ed esistenziale di Richard Strauss. Dei quattro Lieder scritti nel 1948, a un anno dalla morte, tre sono svolti su liriche di Hermann Hesse – Frühling(Primavera), September (Settembre) e Beim Schlafengehen (Andando a dormire) – il quarto su un testo di Joseph von Eichendorff, Im Abendrot (Al tramonto).
Testamento creativo del compositore e di un’intera civiltà distrutta dagli orrori della guerra, il ciclo coglie con nostalgia crepuscolare la bellezza della natura nel momento in cui fatalmente sfiorisce.
Alla guida dell’Orchestra Rai è chiamato per la prima volta il texano Robert Trevino, Direttore musicale dell’Orchestra Nazionale Basca dal 2016 e Direttore designato dell’Orchestra Sinfonica di Malmö. Considerato tra le bacchette americane più talentuose dell’ultima generazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero