La scena potrebbe essere la stessa di un pellegrinaggio domenicale allo stadio. La folla che raggiunge il Colosseo e si incanala nell’area pedonale recintata che girava ad...
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TRE ANNI DI SCAVI
Il risultato è frutto di tre anni di indagini, che hanno fatto riemergere a circa sessanta centimetri di profondità una sequenza perfetta di blocchi di travertino risalenti al I secolo d.C., cioè all’epopea Flavia del Colosseo sotto Vespasiano e Tito. «Le lastre di travertino hanno una grandezza regolare di circa cinquanta centimetri per quaranta - racconta la Rea - e sono disposte lungo circa trenta metri in modo da disegnare un andamento circolare che sembra seguire in parallelo il perimetro esterno del Colosseo».
Grazie alla scoperta, gli archeologi sono in grado di calcolare con precisione l’ampiezza dell’area di rispetto, in ben 17,50 metri. Non solo, ma gli scavi condotti a più riprese dalle archeologhe Patrizia Montagna e Marzia Quattrocchi della società cooperativa Parsifal, hanno anche identificato la base di due cippi. Dettaglio strategico perché il corridoio anulare era delimitato proprio da un sistema di cippi di marmo di altezze variabili in base alla quota della piazza («la pendenza della pavimentazione della piazza originaria era diretta al punto dove oggi c’è l’Arco di Costantino», precisa la Rea), piantati sul suolo a intervalli regolari, e ancorati tra di loro da catene di ferro.
LA RECINZIONE
Non altro che la recinzione che separava l’area pedonale da quella carrabile che attraversava la valle del Colosseo.
Il Messaggero