Felice Laudadio: «Al Centro Sperimentale di Cinematografia faremo metà degli insegnamenti dal vivo»

Felice Laudadio: «Al Centro Sperimentale di Cinematografia faremo metà degli insegnamenti dal vivo»
Abbiamo incontrato Felice Laudadio presso il quartier generale del Bari International Film Festival, che si è appena concluso, per parlare del futuro del Centro...

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Abbiamo incontrato Felice Laudadio presso il quartier generale del Bari International Film Festival, che si è appena concluso, per parlare del futuro del Centro Sperimentale di Cinematografia - di cui è presidente - in tempi di Covid.


Partiamo da Bari: perché un festival in presenza?

«Non appena le norme l'hanno reso possibile, a richiederlo è stata una città di 320.000 abitanti che nel corso degli anni ha registrato dei picchi di ben 76.000 presenze. Senza la pandemia avremmo avuto con noi Ken Loach ed Helen Mirren, ma la presenza di un Roberto Benigni in versione più intima che mai, insieme all'annuncio di un possibile film con Nicoletta Braschi, è stato il fiore all'occhiello di questa edizione che ha potuto contare su un meraviglioso cinema all'aperto».

A Roma, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, le lezioni non potranno tuttavia svolgersi all'aperto...

«Navighiamo a vista: abbiamo predisposto diversi piani d'azione, sceglieremo il più adatto in relazione a quello che accadrà. Tutti, comunque, condividono alcune linee guida. Ad esempio proseguire da remoto circa il 50% degli insegnamenti, quelli più teorici che non richiedono l'uso di attrezzature. Da questo punto di vista siamo come le facoltà di Chimica o di Fisica, visto che dal 2019 il nostro diploma è stato equiparato a una laurea triennale: siamo una scuola di mestieri che molto spesso richiede l'insegnamento dal vivo».

In questi casi che farete?

«Stiamo predisponendo delle aule più grandi che consentano la presenza e il movimento in sicurezza degli studenti: da un lato svuotando quelle piene di materiali, dall'altro organizzandone di nuove. Di certo non potremo più fare quelle plenarie dove gli studenti di regia partecipavano a una lezione di montaggio per acquisire una conoscenza del cinema a tutto tondo».

Altre limitazioni?

«Sì, abbiamo abolito la mensa. Per mantenerla avremmo dovuto prevedere delle turnazioni che avrebbero costretto alcuni ragazzi a pranzare già dalle 11! Una buona parte del personale interno, forse il 50%, potrà continuare a lavorare da remoto, mantenendo gli stessi obiettivi di produzione. Si tratterà di una decisione che toccherà i mestieri più intellettuali, fra cui alcuni della Cineteca Nazionale».

Gli studenti affronteranno il tema della pandemia nei saggi di fine anno?

«Lo capiremo innanzitutto dalle sceneggiature che saranno consegnate al prossimo Premio Solinas. Di solito si viaggia per cicli tematici: alla fine degli anni '80 ci fu il boom della violenza, poi si affermarono le tematiche dell'immigrazione, ora credo che s'imporranno i film sul Covid».

Quando sarà pubblica
to il bando di ammissione al CSC?
«A gennaio. È questo l'unico effetto positivo indotto dal lockdown: saremo costretti ad allineearci ai calendari di tutte le università, iniziando le lezioni a fine settembre. All'inizio si creeranno delle sovrapposizione con gli studenti degli altri anni, ma gestiremo la situazione».

Avete in cantiere dei progetti particolari?

«La pandemia non ci ha impedito di sognare, e così da ottobre 2021 Matera ospiterà una nuova sede del Centro Sperimentale diretta a formare dei filmakers con delle competenze trasversali, cioè dei professionisti in grado di produrre serialità televisive».

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Il Messaggero