Christian De Sica: «Ora rifaccio “Altrimenti ci arrabbiamo”, per la prima volta sarò un cattivo»

Canta, accenna qualche passo di ballo, intrattiene, ride, racconta e incassa applausi a più riprese. Si è chiusa ieri con l’abbraccio del pubblico umbro la...

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Canta, accenna qualche passo di ballo, intrattiene, ride, racconta e incassa applausi a più riprese. Si è chiusa ieri con l’abbraccio del pubblico umbro la tournée in tutta Italia dello spettacolo "Una serata tra amici" di Christian De Sica, ieri ospite insieme alla moglie Silvia e al figlio Brando (nel 2022 alla regia del suo primo film di finzione) dell’Umbria Cinema Festival di Paolo Genovese, a Todi. Un Amarcord irresistibile, un’esilarante cavalcata attraverso l’infanzia con il padre - il grande regista Vittorio - egocentrico giocatore e traditore seriale, fino ai vertici di una carriera che a 70 anni ha portato l’attore romano a tagliare il traguardo dei 103 film - non soltanto cinepanettoni.

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Perché ha scelto di chiudere al festival?

«Perché festival come questo sono importanti. Invitano la gente a tornare in sala e riportano di nuovo insieme la gente dell’ambiente. Negli anni Cinquanta Steno, Visconti e Corbucci si incontravano spesso per scambiarsi le idee. E noi? Dobbiamo fare qualsiasi cosa perché riparta tutto. Basta vedere Venezia: non è che i film della Mostra abbiano fatto molto. Gli incassi sono bassi.»

È preoccupato?

«Moltissimo, ho due film che usciranno, "Chi ha incastrato Babbo Natale" con Alessandro Siani e "Altrimenti ci arrabbiamo": aspetto che esca il prossimo 007, se va male capiremo che il cinema in Italia è finito e che ci restano solo le piattaforme.»

Ed è un male?

«È un disastro, soprattutto per noi che facciamo commedia. Per l’Italia, che guadagna col cinema comico, è la fine. Il film comico non lo puoi vedere da solo in casa, è un genere che funziona in sala, col pubblico.» 

Torneremo a fare numeri da cinepanettone in sala? 

«Qualcuno, forse. Giovani attori e registi, pronti a fare il salto.»

Chi?

«Checco Zalone è il caso più eclatante. Vedrete quanto altro ha da dire.» 

Il suo film con Siani quando esce?

«Il 16 o 17 dicembre. E ne stiamo preparando anche un altro, lo scriviamo adesso, abbiamo fatto già un paio di incontri. È nato un amore, con lui mi trovo molto bene. Nel film io sarò Babbo Natale e lui un imbroglione, che mi taglia la barba e i capelli e mi fa indossare un giubbotto di pelle rosso al posto della casacca e mi battezza “Babbo Cazzimm”. È una favola per bambini, nella speranza che le famiglie tornino al cinema.»

E il remake di Bud Spencer e Terence Hill: un suicidio?

«Ma no, è un tributo. Vediamo che succede. A me piace perché non ho mai fatto il cattivo in vita mia. Ho fatto tanti imbroglioni, ma cattivi mai. È la prima volta.»

 

 

Paura?

Sono miti del cinema, ma ripeto: non è un remake, è un reboot, un omaggio, un tornare su quelle cose con rispetto, Gli attori sono diversi, Edoardo Pesce e Alessandro Roja non c’entrano niente con gli originali. Mi dispiace perché Terence doveva fare un cameo, poi ha cambiato idea.» 

Il suo spettacolo diventerà una serie, come Carlo Verdone fa con Vita da Carlo, per Amazon?

«L’ho portato in Rai, ma mi hanno messo contro Maria De Filippi con Amici e i risultati non sono stati quelli che ci aspettavamo. Ma in Italia ha avuto successo, mancano Napoli e Genova e poi siamo stati ovunque.»

Il film su suo padre?

«Due produttori americani hanno comprato il soggetto di "Alle porte del cielo", la storia d’amore tra mamma e papà. Lo gira un regista americano e io sarò la voce narrante, firmo il soggetto e entro nella produzione. Purtroppo non ho più l’eta per fare papà, che aveva a quel tempo 40 anni. »

Ruoli drammatici ne ha trovati?

«Sì, farò "I Limoni", un film con una giovane regista debuttante, scritto da Anna Pavignano, che ha sceneggiato tutti i film di Massimo Troisi. Sarà un ruolo drammatico: la storia è quella di un amore platonico tra uomo della mia eta e una donna quarantenne che abita di fronte. Un film sulla tenerezza e sull’amore romantico. In questo terribile momento di femminicidi, sarà un film su una bella storia d’amicizia tra un uomo e una donna, senza fini sessuali.»

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Il Messaggero