Cabaret tragico al Teatro Franco Parenti di Milano. Domani, 31 ottobre, debutta “Opera Panica”, il nuovo spettacolo del regista Fabio Cherstich, che dal 2012...
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Dopo i successi di “Niente più niente al mondo” di Massimo Carlotto e “Bull” di Mike Bartlett, il regista friulano si mette in gioco con un testo di Alejandro Jodorowsky, il grande scrittore, drammaturgo e regista cileno. Un testo divertente, assurdo, violento e politico sulla ricerca della felicità. Niente moralismi, solo la grande poesia di Jodorowsky.
E come in una partitura indisciplinata e visionaria, Fabio Cherstich alterna una selezione delle 26 mini-pièce del testo originale a songs philosophique dal sapore brechtiano, piccoli balletti e video-pantomime, originali, colorate, dinamiche, esilaranti.
Non c’è trucco, non c’è inganno: tutto è rigorosamente dal vivo. Inevitabile rimanere sedotti e spiazzati dalla comicità e dal paradosso di un’umanità incastrata nella sua stessa esistenza.
«Lo spettacolo è pensato come un pastiche indisciplinato e visionario, un cabaret tragicomico come la nostra esistenza. Sul palco si alternano una selezione delle 26 mini-pièce che compongono il testo originale», spiega il regista Cherstich, «Durante la preparazione dello spettacolo ho incontrato Jodorowsky a Parigi per parlare con lui del testo e mi è rimasta impressa una frase che mi ha detto citando il suo manifesto per un teatro panico: I romani dicevano Io indicandosi la pancia. Per loro il cervello era solo un congelatore delle idee che nascono calde all’altezza dell’ombelico. Il teatro si esprime con l’inconscio. Bisogna permettere ad esso di fluire in scena con la stessa libertà con cui sgorgano i sogni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero