Carla Fracci, quando per amore di Firenze divenne assessore provinciale

Carla Fracci amava Firenze sopratutto grazie al marito fiorentino, Beppe Menegatti, e da oltre 60 anni era diventata la sua città del cuore. La danzatrice era...

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Carla Fracci amava Firenze sopratutto grazie al marito fiorentino, Beppe Menegatti, e da oltre 60 anni era diventata la sua città del cuore. La danzatrice era nata e cresciuta a Milano, lì lavorava ed ebbe i primi successinella sua vita artistica ma fin dagli anni '70 aveva stretto un forte legame con la tranquilla campagna toscana, a pochi passi da Firenze. Qui ristrutturarò un vecchio casale diroccato a San Casciano Val di Pesa, dove anni con il marito si è impegnata anche in una battaglia ambientale contro i tralicci dell'energia elettrica che deturpavano il paesaggio.

 

Il lavoro svolto da assessore alla Cultura


Questo così forte legame è poi sbocciato in un rapporto pubblico: Carla Fracci è stata anche amministratrice ricoprendo la carica di assessora alla Cultura della Provincia di Firenze voluta in quella veste nel 2009 dall'allora presidente Andrea Barducci. Proprio Barducci racconta che a Carla Fracci è un punto di riferimento per la cultura italiana oltre che una donna con forte senso civico e con idee. «Ma soprattutto, e questo è il punto che mi preme di più, è un'artista, e penso che in questo momento a Firenze ci sia bisogno dello sguardo, della sensibilità di un'artista, che aiuti a svolgere un lavoro serio sulla cultura. Per questo abbiamo deciso di chiedere alla signora Fracci di lavorare con noi, e siamo davvero felici che
lei abbia accettato». Durante il suo mandato di assessore alla Cultura sviluppò rapporti culturali con la Russia e si schierò dalla parte dei bambini del popolo Saharawi, impegnandosi anche per la tutela del Maggio Musicale Fiorentino.

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Le polemiche con Alemanno, Berlusconi e Marchionne

Nel 2010, Carla Fracci attaccò l'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno criticando la sua politica culturale e con parole al di sopra delle righe che le fecero ottenere il Tapiro d'Oro e nel 2011 si schierò contro Silvio Berlusconi sul caso Ruby firmando un appello «contro l'immagine degradante della donna». Ultima polemica importante, nel 2012, contro l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne che aveva definito Firenze «città piccola e povera», a quel commento la Fracci rispose: «Povero in realtà è lui. Firenze è una città che sprizza cultura e la cultura è necessaria a vivere».

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Il rapporto con Matteo Renzi

Nel 2013, quando l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, vinse le primarie che lo fecero diventare segretario del Pd, Carla Fracci e Beppe Menegatti commentarono: «Abbiamo intonato l'Esultate di Mozart. Siamo felici per lui, per il partito, per il Paese. L'importante adesso è concentrarsi sulla costruzione del futuro. Che Matteo ascolti, in ogni ambito, soprattutto in quello della cultura, soprattutto persone di
qualità». Rapporto poi deteriorato, poichè cinque anni a chi le chiedeva un parere su Renzi premier rispondeva «No Comment».

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Il Messaggero