Carl Brave x Franco126 a Messaggero Tv: «Questa Roma splendida e difficile ci ha portato il successo»

Ormai hanno sfondato i confini delle Mura Aureliane: due sold out a Milano, altri due a Bologna e un per niente scontato pienone a Napoli. Ma a Roma sono nati, da Roma sono...

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Ormai hanno sfondato i confini delle Mura Aureliane: due sold out a Milano, altri due a Bologna e un per niente scontato pienone a Napoli. Ma a Roma sono nati, da Roma sono partiti e da «Roma nun se scappa», sorridono Carl Brave x Franco 126 alla vigilia di quattro date nella Capitale andate subito tutte esaurite. Il duo trasteverino che dal settembre 2016 ad oggi ha sfornato un successo dopo l'altro a un ritmo da vertigine e ottenuto il disco d'oro con l'album Polaroid (prodotto da Bomba Dischi, la stessa etichetta di Calcutta) si gode la ribalta e già che c'è sogna: «Il futuro? Speriamo di vivere di musica e magari di comprarci casa».


IL GENERE
E pensare che in più momenti della loro vita (26 anni Franco, 29 Carlo), questi due ex rapper cresciuti tra i 126 scalini di via Dandolo e piazza di San Calisto hanno pensato di mollare tutto. «Però le nostre famiglie ci hanno sempre sostenuto», raccontano. Anche quando cantavano la trap, con tutto il corollario di «mignotte e macchinoni» che si porta dietro il genere. Poi con Polaroid è arrivata la svolta pop. O meglio: un mix tra rap, pop e cantautorato italiano con tratti originali e ben definiti. L'amore, l'amicizia, il quotidiano e poi Roma: protagonista onnipresente dei loro brani fatti di istantanee (da qua il titolo dell'album) che disegnano un affresco malinconico e poetico della Città Eterna. Una cosa naturale o una scelta? «Tutte e due. Questa formula ci permette di raccontare noi stessi, la nostra vita».
 
I RIFERIMENTI
E allora i tombini tatuati Spqr, il nasone, le ciocie, lo zozzone, il Fontanone, il 19, (il tram, ndr), il boro. Difficile farsi capire oltre il Raccordo? «No, perché alla fine c'è l'amore a far da sfondo. E poi lo zozzone c'è anche a Milano... insomma ognuno trova i suoi riferimenti». Venditti, Tiromancino, Lando Fiorini: oltre agli artisti del momento nelle loro cuffie passa tanta musica romana. «Se non fossimo cresciuti qua chissà di cosa avremmo scritto... Roma ti dà quella poetica un po' sporca che altrove non si trova».

Andare via? In tempi meno fortunati ci hanno provato: Carlo a Berlino, Franco a Londra. Colpa di quella «sfiducia generale che vive la nostra generazione» e si respira nei loro brani. Roma splendida ma anche difficile: «Noi di spostarci non ci pensiamo neanche perché è da Roma che riceviamo l'ispirazione per quello che scriviamo». Hanno tante cose in cantiere: intanto una versione 2.0 di Polaroid con i quattro brani nuovi già usciti su YouTube. E poi un nuovo disco insieme. Quello a Roma «sarà un concerto ricco: le luci, i musicisti: c'è molto lavoro dietro». Qualche sfizio tolto con i soldi fatti finora? «Cene fuori», dicono in coro. E Carlo: «Il sushi buono, non quello all you can eat». Sono ancora ben ancorati con i piedi per terra.

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Il Messaggero