Kubrick, la figlia Katharina a Cannes per i 50 anni di “2001: Odissea nello spazio”

Da sinistra, Jan Harlan, Christofer Nolan, Keir Dullea e Katharina Kubrick
Katharina Kubrick, figlia adottiva di Stanley, è a Cannes per la presentazione, a 50 anni dal debutto, di “2001: Odissea nello spazio”. Con lei ci sono lo zio...

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Katharina Kubrick, figlia adottiva di Stanley, è a Cannes per la presentazione, a 50 anni dal debutto, di 2001: Odissea nello spazio. Con lei ci sono lo zio Jan Harlan, fratello della madre Christiane, che è stato produttore esecutivo di Barry Lyndon, Shining, Eyes Wide Shut, A.I. Intelligenza artificiale, e Keir Dullea, 81 anni, che nel film è l'astronauta David Bowman. «Cinquant'anni dopo - dice Katharina - custodire l'eredità di mio padre significa proporre questo film restaurato ai giovani. Sono abituati alla velocità, al bombardamento delle immagini, ma sono convinta che l'impatto con la lentezza di 2001 sarà una meravigliosa esperienza, anzi un'esperienza filosofica».


L'opera di Kubrick continua a germinare: Jan Harlan conferma che si sta lavorando a una serie Hbo, forse diretta da Cary Fukunaga, che riprende il leggendario progetto incompiuto di Kubrick su Napoleone, mentre a Francoforte fino a settembre
“2001” è diventato un'originale mostra, con il corredo dello Stanley Kubrick Archivio al German Film Museum. Katharina e Jan Harlan descrivono un'immagine lontana anni luce da quella leggendaria tramandata finora sulla personalità schiva, solitaria e persino fobica del grande regista. «È vero, qui a Cannes non sarebbe mai venuto - dice Katharina, che ha 64 anni, è designer di set, è dedita a documentari e lavori sul padre oltre ad essere apparsa in scene di “Arancia Meccanica, Barry Lindon, Eyes Wide Shut - aveva il suo mondo artistico, creativo, ma non era impenetrabile, anzi mi ricordo la nostra casa completamente affollata di persone durante la preparazione dei film e le riprese, le stanze e il giardino erano invasi di tecnici, artisti, studenti, praticamente chiunque e lui era con loro un incredibile appassionato insegnante, mentre mia madre si adoperava a preparare sandwich per tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero