Debutta "Leto" e alla conferenza una sedia vuota contro zar Putin

Debutta "Leto" e alla conferenza una sedia vuota contro zar Putin
La targhetta con il nome, Kirill Serebrennikov, e una sedia vuota: alla conferenza stampa del film Leto, applaudito in concorso, pesa come un macigno l'assenza del regista...

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La targhetta con il nome, Kirill Serebrennikov, e una sedia vuota: alla conferenza stampa del film Leto, applaudito in concorso, pesa come un macigno l'assenza del regista russo che sconta gli arresti domiciliari a Mosca ufficialmente per truffa, in realtà perché si oppone al regime di Putin. «È stato arrestato il 22 agosto scorso, durante le riprese», racconta il produttore Ilya Stewart, «noi abbiamo completato il film e Kirill lo ha montato in casa, senza poter comunicare con nessuno». A nulla è servita la lettera spedita a Putin dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, perché Serebrennikov potesse essere sulla Croisette: «Siamo felici di aiutare la Francia e il Festival», ha risposto lo zar, «ma la giustizia russa è indipendente».

Anche il regista iraniano dissidente Jafar Panahi, privato del passaporto, diserterà Cannes. In compenso Terry Gilliam, reduce da un leggero ictus, il 19 accompagnerà il suo film The Man Who Killed Don Quixote. «Sono guarito e mi sento pronto a ballare», ha twittato l'ex Monty Python mentre la Croisette veniva attraversata da un serpentone umano: la coda per vedere Yomeddine, il film-rivelazione dell'egiziano A. B. Shawky che ha commosso tutti.
Nel giorno dell'assenza politica di Serebrennikov, l'Italia debutta a Cannes con il documentario La strada dei Samouni presentato alla Quinzaine des Réalisateurs e dedicato a una delle pagine più drammatiche della storia recente: il massacro di una comunità di contadini palestinesi di Gaza compiuta nel gennaio 2009 dagli israeliani nel quadro dell'operazione Piombo fuso.
«Morirono senza motivo soprattutto donne e bambini: una commissione dell'esercito e un'inchiesta dell'Onu riconobbero poi l'errore militare», spiega Stefano Savona, regista del film che alterna le immagini del presente (la vita quotidiana dei Samouni, la famiglia che perse 29 membri nell'attacco) alla ricostruzione del massacro affidate alle animazioni in bianco e nero di Simone Massi.

STRAGE DI INNOCENTI
Cineasta, antropologo, nato a Palermo e residente a Parigi, premiato nel mondo per il film Piazza Tahir, Savona si trovava a Gaza al tempo di Piombo fuso che fu poi oggetto di un suo documentario: «Molte immagini di La strada di Samouni, una fiaba nera, lo ho girate nel 2009 quando conobbi quella comunità pacifica che mi ricorda i contadini siciliani», racconta. «Con la cinepresa ho cercato di andare oltre le macerie: il film è politico perché si assume la responsabilità di raccontare quella storia».

SESSO BUGIE E VIDEOTAPE

Cambiando del tutto tono, al Certain Regard ha scatenato le risate la commedia di Antoine Desrosières A genoux, les gars. Il film, un Sesso bugie e videotape in salsa magrebina, ha per protagonisti quattro diciottenni francesi di origine nordafricana, due maschi e due femmine, alle prese con un filmato hot realizzato con lo smartphone: se finirà sul web, inguaierà una di loro che ha fatto sesso con il fidanzato della sorella. I ragazzi praticano l'eros con naturalezza disincantata, anzi comica. Ma il tema del bullismo sulla rete c'è tutto e induce alla riflessione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero