Monumentali tazzine di caffè. Cani di dimensioni colossali. Gelati, perfino dame con il ventaglio, aeroplani, grandi ciambelle decorate con glassa e codette, botti, un...
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L’automobile ha preso sempre più spazio, diffondendo l’abitudine a viaggi più o meno lunghi. E lungo le strade si moltiplicano locali dedicati ai viaggiatori, tra negozi di souvenir, bar, ristoranti. Quale può essere il modo migliore per spingerli a frenare, interrompere la loro corsa, e scendere dall’auto? Sorprenderli. Così, ai lati della via, iniziano a sorgere costruzioni “straordinarie”, nel senso etimologico del termine. L’architettura ufficiale le relega a «mostruosità». Però piacciono e prosperano, specie negli stati del Sunbelt e in particolare nella California meridionale. Perché “funzionano”. Rallentano il passo, catturano l’attenzione, fermano lo sguardo. Lo fanno appena create e lo fanno anche negli anni successivi, fino ad arrivare ad oggi.
“California Crazy. American Pop Architecture” di Jim Heimann, edito da Taschen, racconta il fenomeno, tra storia e forme, tra anomalie e infine tendenza, per illustrare stile e fortuna di queste costruzioni, ben oltre l’impatto promozionale. «Un popolo di ampie vedute - dice Heimann - mosso dal desiderio di reinventarsi originò il clima culturale ideale per la nascita di creazioni formidabili e stravaganti». Così, di fatto, viene reinventato l’orizzonte. A popolarlo sono grandi gufi, bambole, macchine fotografiche, sfingi, elefanti. Qualsiasi idea può farsi realtà, qualsiasi forma può diventare abitabile, fino a farsi casa e a regalare atmosfere da sogno a edifici e centri urbani.
Negli ultimi quarant’anni, tali architetture hanno catturato l’interesse degli studiosi che ne hanno riscoperto forza, impatto e valore, restituendo loro la dignità dell’intuizione creativa, tra meraviglia ed efficacia. Di scatto in scatto, in 324 pagine, una panoramica delle più strane costruzioni di Los Angeles e Hollywood ma non solo, tra locali e, nell’estensione del concetto, abitazioni private, insegne e installazioni.
Chiude il volume un saggio di David Gebhard, cui si deve la definizione di questo movimento che, dalla California, poi, ha saputo diffondersi. «È importante notare - commenta Heimann - che esempi contemporanei di questo tipo di architettura continuano a fiorire in tutto il mondo, portando avanti questa eccentrica tradizione. Tenete gli occhi aperti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero