Sono passati cento anni dalla nascita del movimento Dada, fondato a Zurigo nel 1916 nel leggendario Cabaret Voltaire. I suoi esponenti criticavano i falsi valori del...
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La mostra presenta al pubblico una selezione dei lavori più importanti ed emblematici del maestro dadaista, soprannominato il nuovo “Michelangelo dell’arte moderna” per la grande influenza avuta sulle avanguardie sviluppatesi tra le due guerre: dalla Pop art all’arte concettuale, dal Fluxus alla Net alla Mail art. Tra le opere in mostra spicca la ben nota Gioconda di Leonardo da Vinci con barba e baffi, uno dei ready-made più ironici e dissacratori della produzione di Duchamp. Ad essa si aggiungano creazioni come la celebre Boîte-en-valise (1941), il Nu descendant un escalier (1911/1937) e i Tabliers de la blanchisseuse (Grembiuli della lavandaia) del 1959. Affiancano il protagonista altri artisti, alcuni dei quali fecero interessanti variazioni su tema delle note boîtes di Duchamp: dall'assemblaggio collettivo della Fluxus Virus Box (1992), alla scatola Autoritratto (1986) di Emmett Williams, alle Optimistic Box di Robert Filliou. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero