«La legalità è un valore che deve permeare ogni persona di questo paese, e dato che la televisione è ancora pervasiva deve contribuire a creare un...
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A introdurre la visione della fiction, nella quale recitano anche Francesco Montanari, Ettore Bassi e Nicole Grimaudo, sono intervenuti, oltre al direttore di Raifiction Tinni Andreatta, al direttore di RaiUno Andrea Fabiano e al cast della serie, il Presidente del Senato Pietro Grasso, il figlio di Giuliano e il Capo della Polizia Alessandro Pansa, che insieme al direttore generale Rai Antonio Campo dall'Orto hanno voluto ricordare il poliziotto.
«Tanti ricordi personali si affacciano alla mia mente quando penso a Boris Giuliano» ha raccontato Grasso, che ha ricordato come il poliziotto sia stato ucciso nel caffè che entrambi frequentavano abitualmente. «Ricordo che quando lo conobbi mi colpì: era una vera e propria esplosione di energia e di vitalità» ha raccontato il presidente del Senato, che ha aggiunto «Era un ispettore che faceva il proprio lavoro per scelta, gentile ma tenace, caparbio e integerrimo: insomma, il vero nemico della mafia».
«Raccontare storie come queste è la nostra ambizione in quanto servizio pubblico ed è bello presenetare una miniserie di questo tipo in un luogo come la Scuola superiore di Polizia perchè è un luogo di formazione, quella formazione che compete anche ha al servizio pubblico» ha affermato invece Campo dall'Orto.
«Abbiamo cercato di essere onesti e di seguire l'insegnamento di Zavattini che diceva di pedinare la strada, di far parlare le persone: abbiamo ricostruito la storia di Giuliano non era molto conosciuta e addirittura c'è chi fa confusione con il bandito Giuliano. Andava ricordato come si deve questo eroe del novecento» ha detto Ricky Tognazzi, che è intervenuto insieme alla moglie Simona Izzo, mentre Adriano Giannini ha raccontato di essersi trovato, in questo caso, ad affrontare una “prima volta”.
«Questo è il primo personaggio realmente esistito che mi sono trovato ad interpretare, perciò ho sentito molto la responsabilità di raccontare una persona realmente esistita ma anche un eroe» ha detto Giannini. «Era un uomo innovativo che aveva fatto tesoro della sua esperienza negli Stati Uniti, un uomo duro con i potenti e clemente con quella piccola criminalità che delinqueva quasi per scelta obbligata» ha detto Giannini mentre a stigmatizzare in pochissime parole questo uomo coraggioso è stato sempre Pietro Grasso che ha detto: «Era un uomo che aveva capito la mafia, ma la mafia aveva capito lui, e aveva compreso che l'unico modo di fermarlo era ucciderlo».
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Il Messaggero