Modella, attrice, produttrice, donna da copertina. Tutto questo è anche oggi Sharon Stone, stella di Hollywood alla vigilia dei suoi 60 anni che compirà il 10 marzo...
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Ed è qui che la scova Woody Allen affidandole una particina in “Stardust Memories” che segna, nel 1980, il suo debutto sul set. Un anno dopo è già protagonista in Benedizione mortale, la pellicola di un maestro del genere horror come Wes Craven che le porta in dote notorietà e ammirazione anche grazie ai formidabili incassi di quello che nasceva come un B-Movie. In verità l'attenzione di Hollywood per la futura diva tarda ad arrivare per tutti gli anni '80 che la vedono transitare senza grande clamore tra grande e piccolo schermo, compresa una «comparsata» nella serie tv Magnum P.I.. Dopo un paio di kolossal dell'avventura è l'olandese americanizzato Paul Verhoeven a scommettere su di lei come partner di Arnold Schwarzenegger in Total Recall - Atto di forza del 1989.
Alle prese con un personaggio di grande fisicità (si mostra senza veli su Playboy mentre pratica le arti marziali), Stone si dimostra all'altezza del cliché con cui conquisterà il pubblico: donna moderna e volitiva, bellezza aggressiva e androgina pur in forme da pin-up.
L'oblio dura due anni ed ecco Sharon Stone ritornare in pista, specie per merito della serie tv The Practice, seguita da Broken Flowers di Jim Jarmusch con cui conquista il festival di Cannes nel 1994. Alla ricerca del consenso popolare, nel 2006, si veste da protagonista e produttrice per un sequel di Basic Instinct in cui pretende di inserire scene ancora più provocanti e pruriginose dell'originale. La scommessa non si rivela però fortunata e il film incassa meno del suo costo, lievitato a dismisura per le molte contese legali e i ritardi sul set. Da allora la Stone non ha rallentato la sua attività e ha combattuto una fiera battaglia contro il naturale invecchiamento (le sue foto in coppia con l'imprenditore italiano Angelo Boffa, 41 anni, che è diventato il suo accompagnatore ufficiale, hanno fatto il giro del mondo). Il fisico cagionevole (ha avuto anche un infarto nel 2004), l'incertezza nella scelta dei copioni, la voglia costante di stupire giocando coi cliché e smarcandosi ogni volta, fanno sì che ancora oggi sia difficile trovarle un posto certo nel pantheon del grande cinema. In Italia l'abbiamo vista più volte, dal palco del festival di Sanremo (2003) al set di Pupi Avati (Il bambino d'oro, 2014). Democratica in politica, buddhista nelle convinzioni religiose, ribelle e solitaria nella vita privata (due mariti, numerose relazioni, tre figli adottati), Sharon Stone è un'icona distante e sfuggente. Ma nel suo caso ogni volta ha potuto dirsi che l'avvenire non è dietro le spalle, ma oltre la nuova sfida che si è prefissa. Ed è così che ce l'aspettiamo alla vigilia dei suoi dorati sessant'anni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero