Barcelò e Picasso, un 2019 di super-mostre per il Museo internazionale della ceramica di Faenza

Barcelò e Picasso, un 2019 di super-mostre per il Museo internazionale della ceramica di Faenza
Il 2019 sarà un anno di grando mostre per il Mic, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Fino al 28 aprile prosegue “Aztechi, Maya, Inca e le culture...

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Il 2019 sarà un anno di grando mostre per il Mic, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Fino al 28 aprile prosegue “Aztechi, Maya, Inca e le culture dell'antica America, un'esposizione curata da Antonio Aimi e Antonio Guarnotta intorno alla collezione del museo, che possiede oltre un migliaio di reperti in ceramica e tessili di cultura precolombiana. A fine maggio (la data di inaugurazione è ancora da definire) aprirà la prima antologica dedicata alla produzione in ceramica di Miquel Barceló, uno degli artisti spagnoli più importanti della scena contemporanea spagnola neo espressionista. Barceló comincia la sua sperimentazione con la ceramica a metà degli anni 90 in Africa. Trasferisce sulla ceramica il suo amore per la pittura e per le culture primitive. La mostra a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven sarà un progetto ideato per il museo faentino dove le opere dialogheranno con la collezione permanente del museo.


Bisognerà aspettare il 1 novembre per vedere la mostra più attesa dell'anno:
Picasso. La sfida della ceramica, a cura di Harald Theil e Salvador Haro, realizzata in collaborazione con il Musée Picasso di Parigi. La mostra prevede il prestito eccezionale di 60 pezzi unici provenienti dal museo parigino e fa parte del progetto “Picasso Mediterranée” che in due anni ha portato in Europa oltre 40 eventi e coinvolto oltre 100 istituzioni. Il Mic di Faenza possiede già diverse opere del maestro, donate da Picasso stesso per contribuire alla ricostruzione della collezione contemporanea distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La mostra a Faenza analizza per la prima volta le fonti di ispirazione di Picasso con i grandi classici, proprio a partire dai manufatti presenti nelle collezioni faentine. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero