Barberio Corsetti: «Un teatro di Roma che guarda all'Europa»

Giorgio Barberio Corsetti, nuovo direttore del Teatro di Roma
«In questa epoca di grandi solitudini, mi piace pensare che il teatro sia un luogo di aperture verso tutta la città, ma anche verso l’Europa». ...

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«In questa epoca di grandi solitudini, mi piace pensare che il teatro sia un luogo di aperture verso tutta la città, ma anche verso l’Europa».

 
Giorgio Barberio Corsetti, romano, regista e drammaturgo di respiro internazionale, 68 anni, è il nuovo direttore del Teatro di Roma per il triennio 2019/2021: dopo aver fondato la Gaia Scienza, diretto la Biennale Teatro inventando palcoscenici in accampamenti e tendoni da circo, creato la sezione teatro-danza per il Parco della Musica, partecipato a festival, firmato regie liriche, insegnato alla Silvio d’Amico, ora dovrà mettere la sua creatività al servizio dell’Argentina, dell’India, del Torlonia e del Valle, affiancato da Francesca Corona, nominata consulente artistica per l’India.

Direttore del Teatro di Roma, di tutta la città.
«Roma è una città di tanti strati, archeologici e sociali. Roma è anche la Capitale. E comincerò subito a concentrarmi sul rapporto con l’Europa. Dobbiamo rientrare nel circuito internazionale di maestri e nuovi talenti».

Può anticipare qualcosa sul suo progetto culturale?
«Sono romano, nonostante gli spostamenti di lavoro in giro per il mondo è sempre qui che sono tornato. Conosco il centro e la periferia, gli artisti. Il teatro deve andare incontro agli abitanti ed essere costantemente attivo. Lo spettacolo è il cuore del progetto, ma non è l’unico momento creativo».

Com’è passare dall’altra parte della barricata?
«Non è la prima volta, ma è sempre un bell’esercizio. Ci si svuota di centralità. Il pubblico romano è vastissimo e sorprendente, disponibile allo scambio. Mi ricordo lo spettacolo itinerante all’Esquilino, Graal, il progetto con Martone alle Officine Molliconi, Villa Adriana, i festival Metamorfosi ed Equilibrio all’Auditorium. La sfida sta proprio nel continuare a essere creativi anche dall’altra parte della barricata».

Il Valle, un tesoro o un problema?
«È una priorità assoluta».

Le prime istituzioni con cui vorrebbe collaborare?
«Gli amici e i colleghi dei teatri europei. Roma deve collocarsi in un panorama internazionale, con progetti e coproduzioni. Attingere ai fondi europei. Entrare in reti che funzionano».

La prima cosa che farà?

«In questo momento sono a Matera, letteralmente tra i Sassi per le prove video della Cavalleria Rusticana che farò ad agosto con il San Carlo. Il mio lavoro sta cambiando in diretta. Farò di tutto per trasferire la mia esperienza nel ruolo di direttore». 
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Il Messaggero