È nato un nuovo festival del cinema. Con un film azerbaigiano e uno italiano si è aperta ieri sera a Baku la prima edizione del Festival internazionale del cinema...
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Presidente onorario, l’attore Remo Girone, mentre direttore del festival è lo sceneggiatore e regista Claudio Rossi Massimi. In giuria Victoria Zinny, Lucia Macale, Andrea Minuz, Fekhruz Shamiyev e Yusif Sheykhov. I film in concorso sono, oltre ai due di apertura, “Nabat” di Elchin Musaoglu, “Steppe Man” di Shamil Aliyev, “Pomegranate orchard” di Ilgar Najaf, “The Bra” di Veit Helmer, “Mousse” di John Hellberg, “L’assoluto presente” di Fabio Martina, “100 Milioni di bracciate” di Donatella Cervi e “Sconnessi” di Christian Marazziti. Tra i documentari, “Appennino” di Emiliano Dante, “Figlio di” di Filippo Maria Gori e Alberto Vannacci, “L’Orphelinat” di Matthieu Haag, “I want to fly” di Maria Ibrahimova e “Chovkan” di Rafig Guliyev. «Tra gli obiettivi di questa prima edizione, alzare il livello delle relazioni culturali tra Italia e Azerbaigian che devono intensificarsi, avvicinandosi al livello molto sviluppato delle relazioni economiche e politiche», ha sottolineato Sandro Teti. Ed è «l’inizio per un futuro festival internazionale del cinema che possa raccontare la cinematografia di tutto il mondo nella regione del Caucaso dove non esiste ancora», ha detto il direttore Claudio Rossi Massimi. Mentre Remo Girone si è detto fiducioso del fatto che «i rapporti tra Italia e Azerbaigian nel settore cinematografico non finiranno con questo festival, ma verranno ulteriormente incrementati». Iaiff si propone infatti di essere “un ponte” per avvicinare le due culture, senza però limitare le prospettive di quello che si propone come «un evento di respiro internazionale», motivo per cui sono stati inseriti già dall’edizione di quest’anno film di altri Paesi. Durante i giorni del festival, oltre alle proiezioni - due al giorno ad ingresso gratuito - sono previsti anche una serie di masterclass per gli studenti di cinema. Il festival è sostenuto dall’Ambasciata italiana a Baku con il supporto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Università di Cultura e Arti e quella di Lingue dell’Azerbaigian. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero