J Ax e Dj Jad tornano insieme, in 12mila per lo show degli Articolo 31 a Rock in Roma

«Un urlo per l'Articolo 31». La folla ha le mani al cielo, gli applausi a tempo scandiscono il ritorno sul palco di J Ax e Dj Jad, "ancora insieme"...

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«Un urlo per l'Articolo 31». La folla ha le mani al cielo, gli applausi a tempo scandiscono il ritorno sul palco di J Ax e Dj Jad, "ancora insieme" nell'estate del 2019 come nel 1996. Dodicimila persone sono accorse a Rock in Roma all'Ippodromo delle Capannelle a ballare i ritmi trascinanti di J Ax: chi è venuto per i ritornelli pop dei primi anni 2000, chi per ascoltare dal vivo "Ostia Lido" (e in prima fila ci sono Debora e Romina, si, proprio quelle del "calippo e la biretta" ), chi ha tanta nostalgia degli anni Novanta e non vede l'ora di scatenarsi sulle note di "Ohi Maria". J Ax li accontenta tutti con un concerto diviso in due che ripercorre, in due ore e qualcosa in più, praticamente tutta la sua carriera: prima i brani da solista, da Deca Dance a Vorrei ma non posto e Senza Pagare, poi la reunion con l'amico Jad per le intramontabili Domani o Funkytarro.


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Sullo schermo il tempo scorre a ritroso: dagli attentati del Bataclan al terremoto dell'Aquila, da Mike Bongiorno a Raffaella Carrà, da Matteo Salvini a Matteo Renzi. E la musica fa lo stesso, contando sull'ormai comprovato effetto vintage: da Spirale Ovale a 2030 passando per l'Italiano medio, nel pubblico ognuno ritrova la "sua" canzone. Roma ama gli Articolo 31 e loro ricambiano sentitamente: «Qui nella Capitale abbiamo fatto uno dei primi show in cui abbiamo capito che cominciavano a prenderci sul serio», rievoca il duo, che dal palco omaggia l'amico rapper romano Primo Brown dei Cor Veleno, venuto a mancare nel 2016.
 


Fa un po' effetto (ri)cantare a squarciagola versi come "Aspetto e intanto voto Pannella" (era il 1994, J Ax aveva 22 anni) e a distanza di 10 minuti commuoversi con "Tutto tua madre" sulla personale odissea del cantante e della sua compagna per riuscire ad avere un figlio. Fa un po' effetto sentire i rapper idolatrati dagli adolescenti degli anni Novanta parlare dell'ultima storia condivisa su Instagram e vedere in contemporanea bambini di 9 anni scatenarsi cantando Ostia Lido e quarantenni pogare sulle note di Tranquifunky. Perché un vero artista non è chi resta nella storia per un passato brillante, ma chi riesce a rinnovarsi continuamente, unendo più generazioni, cambiando genere e restando nello stesso tempo fedele alla propria passione. Un urlo, quindi per J Ax. E, sempre, per gli Articolo 31.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero