«Un urlo per l'Articolo 31». La folla ha le mani al cielo, gli applausi a tempo scandiscono il ritorno sul palco di J Ax e Dj Jad, "ancora insieme"...
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Sullo schermo il tempo scorre a ritroso: dagli attentati del Bataclan al terremoto dell'Aquila, da Mike Bongiorno a Raffaella Carrà, da Matteo Salvini a Matteo Renzi. E la musica fa lo stesso, contando sull'ormai comprovato effetto vintage: da Spirale Ovale a 2030 passando per l'Italiano medio, nel pubblico ognuno ritrova la "sua" canzone. Roma ama gli Articolo 31 e loro ricambiano sentitamente: «Qui nella Capitale abbiamo fatto uno dei primi show in cui abbiamo capito che cominciavano a prenderci sul serio», rievoca il duo, che dal palco omaggia l'amico rapper romano Primo Brown dei Cor Veleno, venuto a mancare nel 2016.
Fa un po' effetto (ri)cantare a squarciagola versi come "Aspetto e intanto voto Pannella" (era il 1994, J Ax aveva 22 anni) e a distanza di 10 minuti commuoversi con "Tutto tua madre" sulla personale odissea del cantante e della sua compagna per riuscire ad avere un figlio. Fa un po' effetto sentire i rapper idolatrati dagli adolescenti degli anni Novanta parlare dell'ultima storia condivisa su Instagram e vedere in contemporanea bambini di 9 anni scatenarsi cantando Ostia Lido e quarantenni pogare sulle note di Tranquifunky. Perché un vero artista non è chi resta nella storia per un passato brillante, ma chi riesce a rinnovarsi continuamente, unendo più generazioni, cambiando genere e restando nello stesso tempo fedele alla propria passione. Un urlo, quindi per J Ax. E, sempre, per gli Articolo 31. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero