Anna Bolena, la regina infelice torna al Teatro dell'Opera

Alex Esposito sarà Enrico VIII in Anna Bolena al Teatro dell'Opera dal 20 febbraio
Una donna tradita, che ha rinunciato all'amore ma non alla dignità. Una regina infelice, che sta per perdere tutto, anche la vita. È un atteso ritorno quello di...

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Una donna tradita, che ha rinunciato all'amore ma non alla dignità. Una regina infelice, che sta per perdere tutto, anche la vita. È un atteso ritorno quello di Anna Bolena di Gaetano Donizetti al Teatro dell'Opera di Roma, con un nuovo allestimento in scena dal 20 febbraio al 1 marzo che vedrà Andrea De Rosa alla regia e alla direzione dell'orchestra Riccardo Frizza.


Titolo di raro ascolto, quest'opera emblema del belcanto sarà offerta al pubblico in versione integrale per poter esprimere al meglio la complessità e il dramma interiore dei suoi personaggi. Con le scene di Luigi Ferrigno da un'idea di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Enrico Bagnoli, lo spettacolo ha un cast particolarmente curato, da Maria Agresta e Carmela Remigio, che debuttano rispettivamente nei ruoli di Anna Bolena e Giovanna Seymour, ad Alex Esposito e René Barbera, chiamati a interpretare Enrico VIII e Riccardo Percy.

«Questo è teatro delle voci e un grande cast è conditio sine qua non, ma non bastano bravi cantanti, perché anche la regia e la direzione dell'orchestra devono essere di eccellenza altrimenti non si raggiunge il livello sublime del belcanto», afferma il sovrintendente Carlo Fuortes presentando lo spettacolo.

Per questa Anna Bolena tornano a Roma anche Frizza, che nel 2006 qui aveva diretto Maria Stuarda e nel 2016 Linda di Chamounix, e De Rosa, anche lui impegnato con Maria Stuarda nella stagione 2016-17 del Costanzi. Se il Maestro, al terzo titolo donizettiano in 12 anni, vuole «recuperare l'aspetto teatrale del compositore, da sempre tralasciato» e «valorizzare con questa versione integrale la grande storia e i personaggi ben studiati dell'opera», nelle intenzioni del regista c'è sicuramente il tentativo di «scavare ciò che si nasconde sotto la superficie».


È proprio nella profondità che «Donizetti è magnifico: la superficie è il belcanto, ma sotto questo specchio luccicante ci sono personaggi contradditori e reali», afferma De Rosa, «Anna Bolena è una donna nel punto finale della sua vita, al momento della condanna a morte, ma ha una storia che la precede. In quest'opera non voglio dare nulla per scontato: mi sforzo di capire che cosa muove ogni carattere, ignorando cosa farà dopo».
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Il Messaggero