Sanremo, le accuse di plagio e il bullismo: Andrea Febo esce allo scoperto e lancia il brano "Denuncialo"

«A Sanremo avrei voluto spaccare tutto», confessa subito Andrea Febo. Per chi non lo ricorda, è tra gli autori del brano portato al Festival dal duo Meta-Moro:...

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«A Sanremo avrei voluto spaccare tutto», confessa subito Andrea Febo. Per chi non lo ricorda, è tra gli autori del brano portato al Festival dal duo Meta-Moro: quel "Non mi avete fatto niente" tacciato di plagio, scartato, ripescato e infine vincitore. Romano, classe '75 ma l'aspetto di un 30enne, a polverone in corso è rimasto in silenzio. Ora, quasi due mesi dopo, esce finalmente allo scoperto per lanciare "Denuncialo", una canzone scritta a sostegno dell'omonima campagna dell’associazione no profit SolariaLab realizzata contro tutti i tipi di violenza. Quella nei confronti delle donne ma anche la piaga del bullismo, di cui Febo è stato vittima da giovanissimo.

 
Partiamo da Sanremo: hai ancora qualche sassolino da togliere? 
«Sul momento ero arrabbiatissimo, oggi non più. Sono troppo contento di come è andata e devo ammettere che non me lo aspettavo: sapevamo di aver fatto una canzone buona, ma di vincere no. Figurarsi dopo le polemiche...»

Dopo il brano di Sanremo, un'altra canzone dal messaggio forte. Com'è nata "Denuncialo"?
«"Denuncialo" fa parte di un progetto più ampio contro ogni genere di violenza: io mi sono occupato della parte musicale scrivendo questa canzone. E' un brano che vuole esortare chiunque avesse subito violenza psicologica o fisica a denunciare perché le violenze sono moltissime ma le denunce sono ancora poche».

Cosa ti ha spinto a fare tua questa campagna?
«Una brutta esperienza personale. A scuola, intorno ai 13 anni, sono stato vittima di una forma di bullismo psicologico: ero un bambino introverso e quindi un facile bersaglio. Per questo quando mi hanno proposto di partecipare al progetto l'ho abbracciato con totale convinzione».
 
Cosa diresti a chi è vittima di bullismo come lo sei stato tu?
«Di denunciare, appunto. So cosa vuol dire subire quel tipo di violenza, è una cosa che ti porti avanti e che non è facile da superare. Nel tempo, crescendo, con la cultura e le esperienze non la superi del tutto ma la assimili e la capisci, trasformandola in energia. La mia energia l'ho incanalata tutta nella musica e la musica mi ha aiutato a superare la sofferenza». 

Tu denunciasti i tuoi bulli?

«No, ed è proprio per questo che oggi esorto chi viene bullizzato a farlo. Con la denuncia trovi chi ti aiuta. Al contrario, se non denunci, resti solo ed è tutto più difficile».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero