Era una ragazza con un talento eccezionale. Era una ragazza come tante. Era una tossicomane e un’alcolizzata. Era un’autrice totale, che non solo cantava ma scriveva i testi,...
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Era Amy Winehouse, e ora un bel docufilm di Asif Kapadia, il 43enne regista inglese già celebre per il docu su Ayrton Senna, ce la restituisce in tutte le sue contraddizioni. Grazie a un lavoro sapientissimo di ricerca e montaggio. E all’incredibile qualità dei materiali audiovisivi rielaborati da Kapadia nel suo "Amy". Qualità umana, non tecnica, perché anzi tecnicamente c’è di tutto: foto, filmini di famiglia, video amatoriali, riprese televisive, immagini quasi sempre inedite riprese durante i concerti o in sala di registrazione. Ma il ritratto che ne esce della grande jazz singer colpisce davvero al cuore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero