Alessandro Preziosi è Van Gogh a teatro: «L'arte? Serve a rendere la vita migliore»

A teatro è un pittore tormentato, rinchiuso in un manicomio insopportabilmente bianco. Un ruolo per il quale Alessandro Preziosi, che al Teatro Eliseo di Roma fino al 4...

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A teatro è un pittore tormentato, rinchiuso in un manicomio insopportabilmente bianco. Un ruolo per il quale Alessandro Preziosi, che al Teatro Eliseo di Roma fino al 4 marzo interpreta Van Gogh, è dovuto «entrare nel labirinto che è la mente del pittore – racconta al Messaggero – Ne sono uscito con la sensazione di aver capito meglio e accettato meglio la mia condizione di attore». Perchè l'arte, per dirla con Preziosi, serve a «migliorare la vita delle persone, dando loro la possibilità di vedere le cose da un altro punto di vista». Ma per essere un artista serve, come nel caso di Van Gogh, essere un po' folli? Non necessariamente, secondo Preziosi.

 

«La follia è un modo per rendere l'arte inaccessibile alla nostra comprensione. In Van Gogh più che follia ho visto una grande determinazione». Nel mondo dello spettacolo, sostiene, sarebbe necessario un maggior rispetto del corpo. «La questione molestie nasce quando il vizio nalato dell'uomo incontra il vezzo della donna, è lì che succede il caos, nel segno di una totale mancanza di rispetto. A tutti quelli che fanno il mio lavoro piace piacere, ma spesso questo viene strumentalizzato». Con il suo "L'odore assordante del bianco" di Stefano Massini sarà in tournée fino a metà aprile. Dopodichè lo rivedremo in tv, con un film per la televisione con la regia di Giacomo Campiotti, e al cinema in "Nessuno come noi" di Volfango De Biasi, tratto da un libri di Luca Bianchini. Ma intanto Preziosi si è cimentato anche nel ruolo di cantante, duettando a Sanremo con Ornella Vanoni («Ho stonato?», indaga scherzando). Sul palco dell'Ariston però, non si vedrebbe in altre vesti. «Dopo Garko e Favino non mi metterei sul podio. A me diverte fare tutto, ma all'insegna del gioco e della spensieratezza. Più che al Festival potrei fare il co-conduttore in un villaggio turistico», ride.
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Il Messaggero