Alessandro Averone, al Teatro dei Conciatori dirige Aspettando Godot dal 24 gennaio

Aspettando Godot di Samuel Beckett, regia di Alessandro Averone
«Quella di Beckett è una scrittura magica, ideata per essere agita in scena. Se in un primo momento appare fatta solo di frasi sospese, senza aderenza alla vita,...

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«Quella di Beckett è una scrittura magica, ideata per essere agita in scena. Se in un primo momento appare fatta solo di frasi sospese, senza aderenza alla vita, quando poi la provi sul palcoscenico tutto prende forma, si definisce». Alessandro Averone torna a teatro, ma in veste di regista. Dal 24 al 29 gennaio al Teatro dei Conciatori dirige Aspettando Godot, un classico della drammaturgia contemporanea.  

 
Vladimiro (Didi) ed Estragone (Gogo) attendono su una desolata strada di campagna un fantomatico “Signor Godot”. Godot non appare mai sulla scena e nulla si sa sul suo conto. Intanto il tempo trascorre nell’attesa. Godot si limita a mandare un ragazzo dai due vagabondi, che ripete come Godot “oggi non verrà, verrà domani”. L’arrivo di altri due personaggi, Pozzo e Lucky, modifica impercettibilmente la prossemica sul palcoscenico.
 
«Aspettando Godot - precisa il regista - è un'opera teatrale imprescindibile. Un testo che tengo sul comodino e con cui volevo confrontarmi da tempo. La molla è stata il forte senso di attualità che vi si riscontra: Beckett descrive due coppie perse in un universo disperato, che mi hanno ricordato la condizione che vivono oggi le generazioni tra i 18 e 45 anni. La totale mancanza di punti di riferimento ci accomuna tutti. Motivo per cui i miei interpreti hanno 35-40 anni: non sono anziani come prevede il testo originario». In scena ci sono Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro e Antonio Tintis, i costumi sono di Marzia Paparini, mentre le scenografie sono di Alberto Favretto.

Teatro dei Conciatori
dal 24 al 29 gennaio
Via dei conciatori, 5
Tel. 06.45448982 
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Il Messaggero