«Come mio padre, anche Sordi ha fatto la storia del cinema italiano». A cento anni dalla nascita dell’indimenticabile interprete de “Il Marchese del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non mancano all’appello della ribalta Luisa Ricci, in giacca a pois chiari Michela Giraud, Paolo Giangrasso, Martina Galletta, in lungo floreale, e Francesco Foti, in impeccabile completo scuro su cravatta grigia. Catalizzano l’attenzione il trio delle Ladyvette in completo pantalone azzurro, ciclamino e beige. Molto smart Sara Cardinaletti, con jeans attillati e top chiaro con ombelico a vista. E ancora la simpatica Lucianna De Falco. Tutti a commentare la trama che racconta gli esordi, le amicizie, gli amori e i tanti aneddoti della vita di Sordi negli anni del debutto nel mondo dello spettacolo.
Espulso da giovanissimo dall’Accademia di Recitazione dei Filodrammatici a Milano, per via della incorreggibile parlata romana, l’attore non si arrende e, tornato a Roma, riesce a diventare l’inconfondibile voce di Oliver Hardy, si fa notare sui palcoscenici del varietà e alla radio, con il personaggio di Mario Pio. «In quegli anni - prosegue Manfredi - stringe un’amicizia destinata a durare nel tempo con il giovane Federico Fellini, che da lì a poco lo dirigerà ne “Lo Sceicco Bianco” e ”I Vitelloni“: sua la pernacchia più celebre del cinema italiano».
Poi si innamora dell’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani e raggiunge il trionfo con Nando Moriconi di “Un americano a Roma”. Ed é davvero travolgente vedere sullo schermo una vita così intensa di avventure e successi. «Ho conosciuto Sordi a casa mia - conclude Manfredi - mentre stava ripassando assieme a mio padre il copione di ”Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”. Quando a tavola gli fu poi chiesto perché non si sposasse disse la celebre frase: “E che mi vado a mettere un’estranea in casa?». Commozione tra poltroncine e tanti applausi. E il ricordo resta indelebile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero