Alberto Burri, all'Isola di San Giorgio a Venezia dal 10 maggio una grande mostra antologica

Alberto Burri, all'Isola di San Giorgio a Venezia dal 10 maggio una grande mostra antologica
L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia presenta dal 10 maggio al 28 luglio “Burri: la pittura, irriducibile presenza”, una grande retrospettiva antologica...

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L’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia presenta dal 10 maggio al 28 luglio “Burri: la pittura, irriducibile presenza, una grande retrospettiva antologica dedicata all'artista umbro a coronamento di una stagione di celebrazioni sia in Italia che all’estero. La mostra, curata da Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, e organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini e dalla Fondazione Burri, è un progetto concepito appositamente per Venezia che ripercorre cronologicamente le più significative tappe del percorso del “maestro della materia attraverso molti dei suoi più importanti capolavori. Dai rarissimi Catrami (1948) agli ultimi e monumentali Cellotex (1994), in mostra circa 50 opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri.


L'obiettivo è quello di ricostruire la parabola storica di uno dei più grandi protagonisti dell'arte italiana ed europea del XX secolo e di riportare Burri a Venezia dopo la memorabile personale che nel 1983 vide protagoniste 18 opere del ciclo Sestante negli ex Cantieri Navali alla Giudecca. Il percorso espositivo offre al visitatore l’opportunità unica di ammirare una selezione inedita di opere che rappresentano tutti i più famosi cicli realizzati da Burri: dai primi e rari Catrami (1948) e dalle Muffe (1948), presentati in stretto confronto con gli iconici Sacchi (1949-50), ai Gobbi (1950), per arrivare alle affascinanti Combustioni (1953), i Legni (1955), i Ferri (1958), le contorte Plastiche (1960) e l’evoluzione straordinaria dei Cretti (1970), divenuti uno dei temi di ricerca più iconici di Burri, fino ai grandi Cellotex, realizzati fino a metà degli anni Novanta. La mostra veneziana - il cui titolo si rifà alla celebre definizione data dallo stesso artista alla sua opera, e alla difficoltà di tradurla in parole - offre così una lettura penetrante del modo in cui questo pioniere della nuova pittura del secondo Novecento ha affrontato il tema centrale del suo tempo: quello dell’utilizzo e della trasformazione della materia in opera d’arte.
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Il Messaggero