«L’Aida, nell’immaginario collettivo, è la Marcia. Grande affresco in bianco e nero, ricchi e poveri, contrasti. Io sono attratto dal profumo intimo...
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Sabato 25 luglio è salito sul podio sotto le stelle, per la prova aperta del capolavoro di Verdi riservata ai sanitari che sono stati in prima fila contro il Covid: settecentocinquanta gli ingressi gratuiti messi a disposizione dall’amministrazione comunale di Napoli.
Aida, in forma di concerto, va in scena dal 28 al 31 luglio (alle 20,15) con Anna Pirozzi nel ruolo del titolo, Jonas Kaufmann in in quello di Radamès e Anita Rachvelishvili sarà Amneris. Si tratta del secondo appuntamento della stagione del San Carlo ha aperto il 23 luglio con la Tosca di Puccini, sul podio il direttore musicale del massimo Juraj Valčuha, con Anna Netrebko protagonista insieme con il compagno d’arte e vita Yusif Eyvazov nel ruolo di Mario Cavaradossi e Ludovic Tézier nei panni del Barone Scarpia.
«Com'è dirigere all’aperto, sotto le stelle? L’orchestra e i cantanti distanziati su un palco gigante? Una sorpresa anche per me. Ho diretto una volta soltanto in un’arena, Traviata al festival di Macerata nel 2009. Ma è una gioia che pian piano si riparta. Un segno di vita. Un modo di riaffermare che il nostro è un mondo importante. E non è sempre chiaro», racconta il Maestro che ha cominciato da bambino «con le bacchette che mi costruivo rubando gli spiedini del barbecue e i tappi di champagne». Per continuare «su uno sgabello e una radio fissa sul canale di musica classica. Quando ho cominciato a innervosirmi perché l’orchestra “on air” non seguiva il mio gesto, ho capito che da grande avrei voluto stare su un podio vero».
Debutto a Salerno e, poco dopo, sipari spalancati dei teatri italiani, dal San Carlo alla Scala, e di tutto il mondo. Tra il 2008 e il 2018 è stato direttore musicale del Comunale di Bologna. Ha debuttato al Festival di Salisburgo con I due Foscari in forma di concerto. E nel 2019, oltre a Don Pasquale e La traviata a Parigi, I masnadieri alla Scala, Semiramide a Pesaro, ha debuttato al Costanzi, nell’Idomeneo di Mozart, con la regia di Carsen.
«E, se i programmi non subiranno nuovi scossoni, dirigerò l’Aida anche a Parigi, a marzo, sempre con Kaufmann che è un artista straordinario ed elegante». Aida è stata la compagna del suo lockdown. «Non potendo andare in bici, sport che amo, sulla cyclette a casa, a Bologna, ho avuto modo, per settimane, di approfondire l’opera. Anche ripensando alla stupefacente versione che il Maestro Muti offrì a Salisburgo nel 2017. Con suoni trasparenti, emergeva la cifra umana».
Mariotti tornerà al San Carlo sempre con Kaufmann per inaugurare la stagione 2021/22 dirigendo l’Otello con la regia di Martone. Primo atto del nuovo sovrintendente Lissner con cui il Maestro ha lavorato a lungo a Parigi. «Non ho mai accelerato. Più che arrivare, bisogna puntare a rimanere».
Usciti dal lockdown, il Maestro Mariotti è stato, ed è, uno dei protagonisti delle ripartenze in Italia: ha inaugurato con musiche di Gluck, Mozart e Beethoven la stagione del Comunale di Bolgona «nella sala Bibiena, con l’orchestra in platea, uno scrigno di suoni», ora l’Aida a piazza del Plebiscito, poi a Parma dove in un anfiteatro costruito per ospitare all’aperto il Festival Verdi dirigerà l’Ernani, quindi, sempre a settembre al festival MiTo con l’Orchestra Sinfonica della Rai: «Bisogna vivere il presente, non scontrarsi con la realtà, ma accettarla e reinventarci, nel migliore dei modi».
Quanto agli interrogativi legati alla riapertura delle sale, con le restrizioni legate alle normative sanitarie «Il Governo dovrebbe ricordare che non siamo un passatempo.
Il Messaggero