Achille Lauro e Boss Doms da sold out a Roma: «Ci copiano in tanti, ma noi siamo su un altro pianeta»

Achille Lauro e Boss Doms da sold out a Roma: «Ci copiano in tanti, ma noi siamo su un altro pianeta»
Non uno show, ma un rito. Quello dei fan, under 21 ma non solo, che recitano a memoria i loro brani, “inginocchiati” (letteralmente, quando il “leader”...

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Non uno show, ma un rito. Quello dei fan, under 21 ma non solo, che recitano a memoria i loro brani, “inginocchiati” (letteralmente, quando il “leader” chiede, la folla esegue) di fronte ai due amici-colleghi-partner in music, Achille Lauro e Boss Doms. Tutto esaurito all'Atlantico – un dato tutt'altro che scontato, obiettivo fallito da diversi nomi della scena rap – per “La morte del cigno”, questo concept show che aveva già fatto tappa, il 7 novembre, all'Alcatraz. Una celebrazione della sambatrap, al centro dell'ultimo album di Lauro, “Pour l'Amour” e, ora, punto di partenza per qualcosa di nuovo, che sarà annunciato a fine mese. «Sarà un 2019 pieno di novità», dicono dall'entourage di Lauro. Il ragazzo di Vigne Nuove, ora trapiantato a Milano, non dimentica le sue origini: neanche chi lo segue, qui, per incensarlo e adorarlo. Cento date live, solo nel 2018, anche se Roma resta speciale.

 

«Un tour in cui è successo di tutto – racconta Lauro, prima della sua esibizione – Mi hanno persino tirato del ghiaccio in fronte». A Milano, invece, il solito idiota ha spruzzato spray al peperoncino («era già successo: è la nuova moda», dice il cantante). «Durante i live conquistiamo tanto il pubblico, perché oscilliamo dai pezzi punk a quelli pianoforte e voce. Ce n'è davvero per tutti», sottolinea. Sulla nuova collaborazione con Anna Tatangelo, in una versione remix “Ragazza di periferia”: «E' un pezzo che ha segnato il mio passato – ammette Lauro – un vero e proprio virus. Lei mi ha taggato su Instagram in una storia, a proposito del mio ultimo album, e io ne ho approfittato per scriverle e proporle di fare questo brano insieme». «Il lavoro con la Tatangelo è stato impegnativo – sottolinea Boss Doms, “spalla” e amico di Lauro – il pop di qualche anno fa, con una cascata di accordi, è stato davvero una grande sfida. Mi sono trovato di fronte ad una enciclopedia di cose da imparare». Achille Lauro a Sanremo? «Nulla contro – risponde – è soltanto una vetrina. Io sono contrario al pop italiano standard: sempre gli stessi argomenti, gli stessi accordi. Anche se quel posto, ovviamente, è un tempio della musica». Sogna ancora un featuring con Vasco Rossi e, intanto, si gode il lungo elenco di quanti si “ispirano” al suo stile: «Non mi dà fastidio. Non li nomino neanche: sono su un altro pianeta. La nostra è una forma d'arte, a differenza della loro».

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Il Messaggero