Tesori egizi mai conosciuti. Nella mostra "La Porta dei Sacerdoti – I sarcofagi egizi di Deir el-Bahari" , in corso presso la Galleria...
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Ma non solo: la mostra sui reperti del Nascondiglio è infatti eccezionale perché è il perno di studio e conservazione dei sarcofagi e mummie egizie della XXI dinastia che coinvolge i maggiori musei e laboratori del mondo e che vede la partecipazione dell’Istituto Europeo del Restauro in prima linea. Grazie all’utilizzo del modulo laboratoriale-espositivo Europa l’equipe dell’IER sta concludendo il restauro di sei sarcofagi splendidamente decorati – a cui si aggiungono preziose tavole di mummia e numerosi reperti facenti parte dei corredi funerari risalenti alla XXI Dinastia (1070-900 a.C.) – offrendo alla città aretusea e ai suoi ospiti internazionali un’esperienza di cultura e di tecnologia unica al mondo. Il pubblico può infatti assistere dal vivo e in diretta all’intervento di restauro e al tempo stesso interagire con gli operatori, guidati da Teodoro Auricchio, tra i massimi esperti mondiali di restauro ligneo, che utilizzano sofisticati elettroutensili Bosch Professional con interfaccia 3D e automazione via web e smartphone. Si sono così potute estrarre con facilità le vite aggiuntive dei sarcofagi posizionati dal restauratore Armand Bonn nel 1894. E proprio durante i lavori cominciati a marzo ben nascosto all’interno di uno dei sei sarcofagi è stato trovato un biglietto da visita firmato da Armand Bonn, lasciato dal restauratore francese l’8 febbraio del 1864. «Si tratta di un ritrovamento unico - commenta Teodoro Auricchio, presidente dell’Istituto Europeo del Restauro -Bonn lo infilò, con grande cura, tra le assi di legno di un sarcofago per immortalare il suo lavoro». Nascosta in un altro sarcofago è stata invece ritrovata una busta con tanto di francobollo, inviata dal restauratore francese a se stesso; al suo interno una breve lettera in cui Bonn scriveva di aver restaurato i sei sarcofagi. Adesso si cercano dunque altre tracce nascoste tra il legno degli altri preziosi manufatti per comprendere l’arte del restauro ottocentesco dell’espertodelle “riparazioni invisibili”.
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Il Messaggero