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Il premio come miglior film al Zurich Film Festival: forte di quest’ultimo trofeo, che arriva dopo L’Europa Cinemas Label conquistato a Cannes e la recente candidatura agli Efa, A Chiara di Jonas Carpignano si prepara ad uscire in sala il 7 ottobre con Lucky Red. Il film, una coproduzione italo-francese-svedese-danese, ha per protagonista un'adolescente calabrese che scopre il coinvolgimento criminale del padre latitante.
LA SCELTA. E, malgrado l’amore per il genitore, decide di cambiare il corso del proprio destino già segnato accettando l’affidamento a una famiglia del Nord in nome del protocollo ”Liberi di scegliere” applicato dalla magistratura per sottrarre i minori al coinvolgimento ambientale di stampo mafioso. Ad interpretare la coraggiosa Chiara, con intensità e una straordinaria carica magnetica, è l’esordiente Swamy Rotolo, 17 anni. «La conosco da quando è una bambina e già da tempo sognavo di dirigerla sullo schermo», spiega Carpignano, 37 anni, italo-americano con madre nata alle Barbados, studi di cinema tra Urbino e New York, origini cinematografiche nobili (il famoso regista Luciano Emmer era il suo prozio) e una carriera benedetta da un padrino illustre: Martin Scorsese, nel 2014 produttore del suo secondo lungometraggio A Ciambra applaudito a Cannes e venduto in mezzo mondo.
LA CALABRIA. A Chiara è il terzo film che Carpignano ambienta a Gioia Tauro, la città calabrese dove si è stabilito da anni alternandosi negli ultimi tempi con Palermo. «Ho sempre voluto raccontare quel mio territorio adottivo al di fuori dei pregiudizi e degli stereotipi veicolati da telegionali e fiction. Non ho mai visto una sparatoria, non si può negare che ci sia un tessuto sociale difficile e complesso », spiega, «ma la realtà ha molte facce e la criminalità è una di queste, ma vivendo a Gioia Tauro ho scoperto anche un tessuto sociale dominato dal calore umano, dall’orgoglio dell’appartenenza, dalla solidarietà: la Calabria è una regione povera ma nessuno muore di fame perché in caso di bisogno tutti sono pronti ad aiutarti». Ed è una regione, aggiunge Carpignano, «tutt’altro che arcaica e isolata: è collegata con il mondo intero e nel mio film gli adolescenti di quella terra sono simili ai loro coetanei del resto del mondo: ascoltano musica trap, hanno gli stessi sogni IL FUTURO. E Chiara è in un momento cruciale della sua vita, quello in cui cerca di dare una direzione alla sua bussola».
Il Messaggero